JAMM’ MÒ, 67 ANNI DALLA RIVOLTA DI SULMONA

“Jamm’mo”, “Andiamo ora: da 67 anni è il grido della riscossa, della reazione a un’ingiustizia o a una situazione pericolosa, l’esortazione al coraggio. Il 2 e il 3 febbraio 1957, infatti, a Sulmona con quelle parole si accendeva la storica rivolta dei cittadini che scesero in piazza contro la soppressione del distretto militare che garantiva lavoro e affluenza nella Valle Peligna, già mortificata dalla disoccupazione e dall’emigrazione.
“Avevo 14 anni e si vedeva. I carabinieri mi fermarono e mi chiesero perché non stessi a casa. Ma io avvertivo il dovere di esserci. E del resto c’era tutta Sulmona lungo corso Ovidio, in piazza XX Settembre, davanti al Comune, fino all’acquedotto: migliaia di giovani, anziani, donne, uomini”, ricorda all’Ansa Lando Sciuba, avvocato ed ex sindaco di Sulmona, autore sul tema di un volume pubblicato in occasione del 60/o anniversario della rivolta, dal titolo “E dissero Jamm’mo”. La protesta che ebbe il suo culmine nella due giorni di febbraio “ha avuto un’eco internazionale sulla stampa nord americana, europea e del blocco comunista. Noi non ottenemmo risultati positivi da questa vicenda: il distretto fu soppresso comunque. Il provvedimento riguardava tutto il territorio nazionale, ma per quel che concerneva la nostra città, era un duro colpo: dalla presenza della struttura dipendeva un notevole incremento economico. Con quella chiusura si continuava la depauperazione della struttura organizzativa della società del circondario peligno, subequano, alto-sangrino. Dovremmo conservare la memoria storica di quella rivolta”, conclude Sciuba, rivolta di cui è rimasto sicuramente il grido.

4 thoughts on “JAMM’ MÒ, 67 ANNI DALLA RIVOLTA DI SULMONA

  • Io avevo otto anni.

  • La folla è la protagonista, c’era mio padre, al ritorno del Venezuela. Tutti vengono a Sulmona, piace quello che abbiamo e lo portano via, ora come allora,con l’inganno, con chi si accorda e tradisce.
    Chissà se un giorno in questa data sarà festa cittadina, ma quel giorno avremmo gente la cui cultura è decisamente alta.

  • Non solo si ignora la storia ma si commettono sempre
    gli stessi errori ed è sempre emergenza !!!

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