PECULATO, SPACONE VUOTA IL SACCO E CHIAMA IN CAUSA AMMINISTRATORI E DIPENDENTI DEL COMUNE DI SCANNO

Si allarga l’inchiesta sul ragioniere di Scanno accusato di aver sottratto soldi alle casse del Comune e altre persone tra cui ex amministratori del paese lacustre rischiano di finire nel calderone degli indagati. Nel corso delle indagini portate avanti dai carabinieri sarebbero infatti emersi altri particolari che avrebbero portato alla luce una vera e propria consuetutine che avrebbe portato, non solo Cesidio Spacone, ma anche altre persone a prelevare denaro per far fronte ai più vari bisogni. I soldi incassati in contanti per le tasse e per le imposte comunali e mai versati sui conti correnti della tesoreria dell’ente, venivano sistematicamente utilizzati per finanziare iniziative in paese le più disparate e per altre necessità che man mano si presentavano in municipio. Abitudine consolidata che ha portato gli investigatori ad allargare il fronte delle accuse fino a contestare all’indagato, anche il falso in bilancio. Mossa che ha portato i difensori di Spacone, gli avvocati Benigno D’Orazio e Alessandro Margiotta a valutare una nuova strategia difensiva che prevederebbe la chiamata in correità di terze persone. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia infatti, Spacone avrebbe chiamato in causa amministratori e dipendenti comunali facendo nomi e cognomi che secondo il ragioniere di Scanno, erano perfettamente al corrente dell’utilizzo che sarebbe stato fatto dei soldi incassati in contanti. Insomma sarebbero in tanti ora a tremare. Nel frattempo i difensori di Spacone hanno fatto ricorso al tribunale del Riesame chiedendo la revoca degli arresti domiciliari ai quali il responsabile dell’area finanziaria del comune di Scanno è sottoposto dal 10 novembre scorso. La posizione di Cesidio Spacone resta tuttavia molto complicata. All’inchiesta penale si è aggiunta anche quella amministrativa con un provvedimento dei giudici contabili. Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di L’Aquila ha effettuato infatti, un sequestro conservativo per un importo di 82 mila euro, (somma che secondo le accuse, il dipendente avrebbe sottratto alle casse comunali), disposto dalla Procura Regionale della Corte dei Conti di L’Aquila, mettendo i sigilli all’abitazione di Scanno di Spacone. Inoltre la guardia di finanza ha provveduto al pignoramento del quinto dello stipendio del funzionario quale conseguenza del danno arrecato alle pubbliche finanze.