FRANCO LA CIVITA IL GRANDE “VECCHIO” DI UNA SULMONA DI “NANI E BALLERINE”

di Luigi Liberatore – Non ho timore di essere querelato, soprattutto in questa circostanza, e se pure lo fossi mi sentirei onorato rispetto alle tante altre ricevute da personaggi che potevano occupare si e no il loggione. La città è senza vita, politica s’intende, e in questo deserto mi va di spendere un sentimento di apprezzamento nei riguardi di imprenditori, commercianti, professionisti e manager di Sulmona che continuano a tenere in piedi e a far “girare” il sistema come se il Comune non ci fosse. Difatti, l’amministrazione comunale è alla continua ricerca di trovare una soluzione a salvare se stessa, mica a quella di intuire e realizzare progetti di crescita per una città che fa bella la regione Abruzzo. È un lungo, forse troppo, giro di parole per illustrare la crisi politico-amministrativa in cui affonda Sulmona e che negli ambienti solitamente abituati a navigare in quelle acque tendono ad addossare la colpa nei riguardi di chi è estraneo a tutto ciò. Tutti, avversari, amici ed ex, chiamano in causa Franco La Civita come il grande manovratore di ciò che stia accadendo a Sulmona, esponendolo quasi fosse la sacra Sindone. Chi lo accusa in fondo lo esalta, chi non lo rinnega fa capire di essere pedina nelle sue mani sempre e ancora abili. In città si dice che gli ordini in materia politica, di alleanze o di movimenti all’interno dell’amministrazione municipale dipendano dalle sue strategie e che le staffette tra palazzo San Francesco e la sua dimora siano sempre in movimento. Sono portato a crederci se non altro perché ho conosciuto Franco La Civita nel tempo in cui la Democrazia Cristiana dominava su uomini e cose e lui ne era espressione per capacità decisionali e fiuto politico. Dicono di lui, in fondo, cose che hanno detto di Bruno Di Masci, altro grande “vecchio” socialista che alla pari di La Civita è stato sindaco di Sulmona. Sapete cosa c’è di vero in questa storia? Tutto. Ma è deprimente pensare che Sulmona abbia avuto una storia socialista e democristiana di grande levatura, e che adesso la città sia nelle mani di “nani e ballerine”. Penso che Franco La Civita e Bruno Di Masci stiano in questo momento sorridendo, mica a pensare come querelarmi!

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