“UBUNTU”, UN’ASSOCIAZIONE PER AIUTARE MIGRANTI E BISOGNOSI

E’ nel nome di quel sentimento di umanità , che i latini avrebbero chiamato pietas di memoria virgiliana, che è nata a Sulmona l’associazione “Ubuntu” onlus, termine che in lingua bantu indica un mos maiorum proprio della cultura sudsahariana che fa riferimento alla benevolenza, alla generosità e all’accoglienza. Dalle ceneri del comitato Sine Solo, che da subito si occupò della prima accoglienza ai profughi ospiti in città dallo scorso maggio, si è costituita l’associazione di promozione sociale onlus, composta da otto volontari, tra cui professionisti e figure specializzate come avvocati, psicologi, insegnanti, presieduta da Monica Alexis, che insieme a suo marito, sulmonese, gestisce un locale nel centro storico della città, location per la presentazione, nei giorni scorsi, dell’iniziativa, quasi tutta al femminile.  “Non ci occupiamo solo dei migranti” tiene a precisare la presidente nell’intervista “l’intenzione è quella di fornire strumenti di supporto come consulenze legali, socio sanitarie, formative, di inclusione sociale, a tutti coloro che si trovano in difficoltà o sono emarginati. la nostra associazione è basata sulla collaborazione e assistenza”. Diversi i progetti in cantiere, come quello di voler aprire uno sportello pubblico dedicato a fornire supporto, aiuto e informazione alle persone bisognose, non solo straniere, puntando a diventare un punto di riferimento anche per Comuni ed Enti che dovranno ospitare migranti, attingendo a quel bagaglio di esperienza costruito in pochi mesi di assistenza ai profughi arrivati a Sulmona, aiutandoli ad integrarsi, insegnando loro la lingua italiana. Senza creare in loro false aspettative. “Sono stata insieme a loro quotidianamente ed è stato emozionante poter vedere sul loro viso a fine giornata un sorriso. Hanno fatto progressi, cercando di proseguire oggi in quel percorso di integrazione anche conoscendo da soli la città, nonostante la nostalgia delle proprie origini sia forte” continua  Alexis, raccontando che ognuno di loro conserva dei sogni nel cuore: qualcuno vorrebbe proseguire gli studi da economista, come aveva cominciato a fare, a qualcun altro piace cucinare, lavorare come sarta o come coreografi di danza africana.  “Ci auguriamo che questa neonata iniziativa, nata perchè sentivamo di voler fare qualcosa di più rispetto al comitato, possa includere e sensibilizzare tutti i cittadini del nostro comprensorio e che possa contare sulla collaborazione di associazioni esistenti nel territorio e su coloro che hanno a cuore tematiche tanto importanti” dichiara la presidente, illustrando la carta dei servizi, che prevede attività formative, come i corsi di lingua italiana, il supporto per il conseguimento di titoli di studio, attività socio culturali, consulenza sanitaria, legale e lavorativa. Un’associazione, dunque, di volontari nel nome della solidarietà per chi da solo non ce la fa.

 

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