FABBRICA AUTO ELETTRICHE A PRATOLA: ANTONELLA DI NINO, ECCO COME SONO ANDATI I FATTI

di Antonella Di Nino – E’ un mese che vengo attaccata strumentalmente per una vicenda surreale. Non ho proferito parola prima del Consiglio Comunale e l’ho spiegato chiaramente in Consiglio ma a qualcuno non andava bene la verità. Ho fatto il resoconto fedele di ciò che è accaduto specificando che nessuna formale e concreta manifestazione di interesse e’ mai pervenuta in Comune o ai privati. Non gli è piaciuto sentirsi raccontare come sono andate le cose ed allora giù con offese, con accuse, con “volgarità” dandomi di continuo della bugiarda. Sono arrivati, come al loro solito, ad entrare nella sfera personale come se un Sindaco deve essere sempre preso di mira per diventare lo “sfogatoio” delle frustrazioni altrui. Hanno persino tirato in ballo le Pizzelle tricolore che mia madre amorevolmente fa per la figlia, deridendole e arrivando a dire, qualcuna, che sono delle “pagliacciate”.

Antonella Di Nino

“Mamma non te la prendere, una cara amica di famiglia mi ha scritto dicendomi: “di’ a mamma che le sue Pizzelle saranno sempre di un’altra pasta”. Hanno cercato di cavalcare i sentimenti delle persone in difficoltà provando a far passare un messaggio tanto falso quanto pericoloso, ovvero che io sarei responsabile del mancato insediamento della fabbrica facendo così perdere posti di lavoro. E perché mai sarei dovuta essere contro? Perché mai avrei dovuto rinunciare a posti di lavoro ….. proprio io che vengo da una famiglia che notoriamente il lavoro e l’occupazione la produce? Del resto avrei avuto un immenso vantaggio non solo da Sindaco passando alla storia come quella che aveva fatto arrivare 500 posti di lavoro ma anche privatamente come famiglia se avessero scelto gli immobili di famiglia o come cittadina se avessero scelto terreni di altri privati. Mi pare un concetto anche fin troppo ovvio da comprendere invece qualcuno vuol far passare che io avrei fatto “scappare gli investitori”. Quindi io sarei stata una folle a rinunciare a tutto questo e non si comprende il perché. Mi hanno accusata di aver creato il danno economico più grande di tutti i tempi ….. accusa levata proprio da chi è invece realmente “concausa” della piu grave crisi societaria mai registrata prima perché dove ha messo mano ha lasciato criticità !! Ho accolto la richiesta di consiglio comunale non solo perché non mi sottraggo mai al confronto ma anche per ribadire con chiarezza i fatti. Invece ho dovuto assistere ad urla, invettive e strumentalizzazioni. Se questa è la loro politica, io rimarrò sempre lontana da questi metodi e continuerò a lavorare con correttezza e trasparenza. E se oggi devo porgere delle scuse, quelle le devo al mio compagno, alla mia famiglia, cui non solo sottraggo tempo ma che troppo spesso diventano bersaglio per basse strumentalizzazioni. Ma ieri, proprio perché il tempo è sempre galantuomo, le ragioni della diversa scelta degli investitori le ha spiegate anche una persona autorevole e terza, il prof. Mauro Miccio, Commissario della ZES Abruzzo. Di seguito le sue dichiarazioni. “La scelta di Mosciano Sant’Angelo è stata fatta principalmente sulla base del fatto che in Val Vibrata c’è il più importante distretto del carbonio a cui è legata anche una manodopera specializzata di cui l’azienda avrà bisogno. Ci sono già precontratti firmati per produrre le scocche delle auto in carbonio – spiega Miccio -, senza contare che Mosciano si trova sulla linea di collegamento autostradale e ferroviaria adriatica, di cui Aehra avrà bisogno anche e soprattutto per l’approvvigionamento delle batterie dall’Austria e la componentistica dall’Emilia-Romagna”. La Zes, insomma, è stata la scintilla, ma la scelta di Mosciano è stata elaborata e decisa: “Gli investitori hanno valutato diversi siti in Italia: in Emilia-Romagna, nelle Marche, in Puglia e in Abruzzo – continua il commissario – dove hanno fatto sopralluoghi, oltre che a Mosciano, anche a Sulmona, Pratola e nel chietino. A Mosciano, tra l’altro, una buona porzione delle particelle Zes è di proprietà pubblica e questo ha favorito l’insediamento, anche se poi la legge ha esteso la Zes a tutto il Mezzogiorno” (intervista rilasciata dal Commissario ZES al Germe ed al Messaggero).