I CAPITANI DI VENTURA

Non si può dire che nei momenti di “ordinaria amministrazione” diano il proprio contributo per sviluppare progetti e iniziative a favore della città. Ma quando iniziano a sentire odore di elezioni si svegliano improvvisamente dal letargo in cui giacciono da mesi per puntare il dito contro chi, a loro dire, naviga contro gli interessi della Città. Uno di questi è il presidente del movimento civico “Con Sulmona” Gaetano Pagone, da sempre esponente del centro destra cittadino e in particolare di Forza Italia. Pagone alla luce delle grandi difficoltà che sta trovando il sindaco per risolvere la crisi irreversibile in cui è finita la maggioranza, riappare magicamente dal nulla  per dispensare consigli al primo cittadino il quale, per risolvere ogni cosa, dovrebbe essere capace di un atto di forza mettendo all’angolo il Partito democratico, presentandosi in consiglio con una giunta di professionisti che, a suo dire, sarebbe capace di risolvere tutti i problemi di Sulmona. Lo fa con una lettera aperta indirizzata proprio a Gianfranco Di Piero.

“A seguito delle sue annunciate dimissioni dalla carica di Sindaco della città di Sulmona, desideriamo comunicarLe la nostra delusione sull’epilogo avuto a solo due anni dall’insediamento. Pur riconoscendole l’impegno profuso nell’ esercizio del suo mandato e la sua dedizione al ruolo, a nostro avviso, durante l’ultima seduta del consiglio comunale ciò che è mancato non è stato ciò che potremmo definire un tentativo estremo di mediazione fra le parti, che seppur tentato più volte non si è concretizzato a causa di veti incrociati, ma un atto di coraggio che avrebbe dovuto trovare le sue fondamenta nell’ampia dose di consensi personali che la Città Le aveva attribuito alle scorse elezioni”. “Questo gesto sarebbe stato un atto deciso e contro ogni personalismo di cui la politica, purtroppo, continua voracemente a nutrirsi”, sottolinea Pagone dando quindi al sindaco la sua ricetta: “Nel rispetto delle capacità dei componenti della Giunta revocata avrebbe potuto scegliere di presentarsi al Consiglio comunale con una sua giunta, composta da altri cittadini qualificati di cui la Città è ricca. (Cosa che il sindaco ha cercato di fare, ricordiamo a Pagone, ricevendo dai professionisti contattati un secco rifiuto). “In questo modo”, prosegue l’esponente del Centrodestra, “sarebbe riuscito, con tutta probabilità ad uscire dalla situazione che si è venuta a creare. Così facendo avrebbe proseguito l’azione amministrativa ponendo al primo posto l’esclusivo interesse generale.
Questo gesto forte ed ancora possibile, potrà contribuire a chiarire alla politica e all’opinione pubblica chi, realmente, opera per gli interessi della Città e chi invece, nella migliore delle ipotesi, per tornaconti di partito, sta condannando la Città ad un baratro senza fine. (chiaro il riferimento al Partito democratico, da sempre considerato da Pagone primo nemico politico da combattere e battere).
“In questo particolare momento auspichiamo che Lei, nel solo esclusivo interesse della Città e del Territorio”, conclude l’architetto del Centrodestra, “possa essere artefice di un’azione politico amministrativa forte, responsabile che porti, finalmente, ad un cambiamento di rotta”. Una ricetta semplice e chiara che ha come unico obiettivo non quello di salvare Sulmona da chissà quali sciagure ma di indebolire il Partito democratico a poco più di quattro mesi dalle elezioni regionali.

Intanto il consigliere comunale Maurizio Proietti, aderente  al movimento “Con Sulmona”, di cui è membro, si dissocia dall’iniziativa annunciando l’uscita dal gruppo politico: “Mi dissocio dalla nota degli ex e provvederò nei prossimi giorni ad uscire formalmente dall’associazione. È condivisibile la delusione per gli ultimi due anni di governo cittadino ma quanto all’appello mi dissocio pubblicamente poiché anche io faccio parte dell’associazione e nessuno mi ha interpellato. Per questi motivi non rinnoverò l’iscrizione. Il sindaco mantenga la sua posizione. La strada delle dimissioni è quella giusta”- conclude Proietti

 

 

6 thoughts on “I CAPITANI DI VENTURA

  • https://r.search.yahoo.com/_ylt=AwrkPawMtktlKSgHSHbc5olQ;_ylu=Y29sbwNpcjIEcG9zAzYEdnRpZAMEc2VjA3Ny/RV=2/RE=1699489420/RO=10/RU=https%3a%2f%2fabruzzoweb.it%2fance-guerra-sede-scuola-pa-si-abbatte-su-voto-istanza-cirillo-vendetta-vs-barattelli%2f/RK=2/RS=uAj4OSxgXGbuo6UO.Ga8IUNH3Hs-
    https://r.search.yahoo.com/_ylt=Awr.io6ruEtl98IB7Tbc5olQ;_ylu=Y29sbwNpcjIEcG9zAzQEdnRpZAMEc2VjA3Ny/RV=2/RE=1699490091/RO=10/RU=https%3a%2f%2fwww.ilcentro.it%2fl-aquila%2fpd-la-fine-di-un-epoca-1.1409402/RK=2/RS=d.k4wSnkt9dGwMwWeCGeYE1OrQE-
    Povero Sindaco…non è facile o meglio non è stato facile…

  • Che confusione di articolo è mai questo?
    Una lettera aperta al Sindaco dimissionario (inviata alle redazioni giornalistiche locali e a cui rimando per una serena e corretta lettura) stravolta dall’inserimento di commenti a spot che ne rendono difficoltoso il leggerlo e soprattutto il capirlo da parte dei lettori.
    Già il titolo ne è indicatore di cattivo gusto: uno dei tant “I CAPITANI DI VENTURA”
    A seguire l’introduzione alla lettera lascia perplessi, laddove si usano termini e riduco, quali “L’ASSENZA DI CONTRIBUTI ALLA VITA SOCIALE DELLA CITTA’ e il “PROLUNGATO LETARGO”, e l’eclatante “RIAPPARE MAGICAMENTE DAL NULLA”, a rimarcarne lo STUPORE del suo intervento, come se, doveva per propria coscienza morale e politica NON INTERVENIRE (da esterno), e me ne scuso anticipatamente con il signor Pagone per l’utilizzo del termine, come se intervenire sia possibile solo “ad altri fortunati illustri scomparsi” che tra l’altro attendono a “favellarsi” nella loro “ennesima” LECTIO MAGISTRALIS POLITICA ALLA CITTÀ, personaggi oggi svaniti nel nulla, scomparsi e non più cercati.
    Altri “fantastici esempi” sono l’utilizzare termini quali RICETTE, si corretto nel contesto, ma dimenticandosi del “POLITICHE”, l’usare termini impropri quali L’ARCHITETTO DEL CENTRODESTRA, I VARI COMMENTI TRA PARENTESI TONDE atte a impedirne una corretta lettura e conseguentemente svilirne il contenuto della lettera, dandole a cadenze proprie perle di una interpretazione che sarebbe compito di ciascun lettore e non di un commento non richiesto.
    Ultime ciliegine il trafiletto di chi si dissocia dal comunicato e si pone “già” come ex iscritto, inserimento fuori da quella che è la lettera aperta di Pagone (e se ne poteva fare un articolo a parte e invece no), che condivide nel contenuto ma non tollera il non esserne stato interpellato, dove IN ULTIMO SI (forse) CONCLUDE, ma il punto di chiusura è assente!

    • Caro “temp”, come può permettersi di giudicare un articolo altrui colui che, in uno scritto chilometrico, utilizza solo due volte il punto!

      • Cara “Rosa”, io ne saprò poco di punteggiatura, ma lei in compenso:
        1) Non sa contare, perché i punti inseriti sono “ben” tre, e non due;
        2) Non ci vede nemmeno tanto bene, perché ne ho “saltato uno dopo la frase I CAPITANI DI VENTURA e non me lo ha fatto notare;
        3) Non ha saputo trarne altro di utile dal mio commento, e qui non occorre dire altro per qualificarla.
        Le è permesso correggermi il testo con la sua corretta punteggiatura e ogni altro errore grammaticale commesso.
        In ultimo, se le riesce, può inserire anche un commento pertinente all’articolo, tanto per “riprendere un po di punti PERSI”.
        Punti che a buon cuore le aggiungo magnanimamente, semmai le capitasse di perderli per strada ……………. così penso possano bastare, diversamente abbondi pure.

        TOTO’ – Punto, punto e virgola, punto e un punto e virgola.
        PEPPINO – Troppa roba.
        TOTO’ – Lascia fare. Che dica che noi siamo provinciali, che siamo tirati!
        PEPPINO – Ma è troppo!

  • Quando qualcuno riappare, potrebbe servirgli qualcosa!

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