“BEATO COLUI CHE HA L’ARDIRE DI DIFENDERE CIÒ CHE AMA”

di Massimo di Paolo – Diventa sempre più imbarazzante e malinconico assistere all’ultima “speranza” che tramonta. La Politica – con la P maiuscola naturalmente – a Sulmona è scomparsa, smarrita, neppure le analisi colorite di piazza riescono a rintracciarne segni, spartiti, tracce o riferimenti. Le cornamuse che dalla campagna elettorale si sono impegnate a mantenere il ritmo, sono diventate sincopate, poi aritmiche, poi fievoli, ora suonano a singhiozzo. Aspettano qualche segnale di dibattito, confronto, conflitto per dare il via ai vessilli, alle analisi, alle giaculatorie. La stampa tutta, anche quella di parte, anela qualche evoluzione, qualche segno di vita per poter scrivere: scrivere di significati, di realtà locali e regionali incastrate, dipendenti, reciprocamente sensibili. Politica e politiche assenti. Assenti anche e soprattutto chi dovrebbe agire l’atto politico, chi dovrebbe attuarla. Si diceva della speranza che tramonta. La speranza nell’ultima amministrazione, nella maggioranza votata che aveva promesso collante, collegamenti, riconoscimento dai vertici nazionali e impegno a ricollocare “Sulmona nostra” nell’alveo delle città importanti. Vennero a bere acqua pura dalla “Fontana del Vecchio” – mi piace ripeterlo -. Valore simbolico quello del bere acqua: di rinascita, purificazione, di incorporazione con la politica importante che protegge, che lega, che aiuta. Il 25 aprile, poi San Panfilo nostro santo patrono, la festa dei lavoratori il 1° maggio. Un periodo di ripensamenti, di testimonianze, di prese d’atto e, al di là dei tricolori mancanti, di partecipazione con quel tanto di vuoto e di retorico. Ma destandoci, da questo periodo di inni e feste, nulla è cambiato. L’INPS diventata sede semplice, aziende storiche casearie in chiusura, il giro d’Italia come ciclocross per le strade non proprio in ordine, tacchi 12 sconsigliati sui sanpietrini del centro storico.

 

L’immagine e l’arredo urbano resta da città molto curata a forte indirizzo turistico.

 

 

 Problemi più importanti da affrontare, scelte strategiche da fare recitava il convegno: 25000 auto che transitano per Corso Ovidio! Allora è meglio passare dalla città dai 15 minuti alla città dei 30 km/h. 25.000 : 365= 68,49 diciamo 69 auto al giorno come media. 69 auto diviso 8 ore di apertura media al transito sono 8 auto e mezza a ora!   Mezza in più o mezza in meno. Trilussa, il conto, lo avrebbe usato come premessa per introdurre “Nozioni di statistica”, per studenti al primo anno di corso. Attività produttive in chiusura come un “domino”, senso di stasi, impotenza, lamentele sul ci tolgono, ci chiudono. Dove sono i tavoli politici, dove sono le trattative, dove sono le nostre dimostranze le contrattazioni per servizi, adeguamenti, ricollocazioni di Enti. Chi fa rappresentanza del territorio? Chi esplicita e rafforza la nostra reputazione? Chi compie scelte e azioni per attrarre investimenti? Chi chiede, compone, apre tavoli politici? Chi ci rappresenta? Quale rilevanza abbiamo nel dibattito e nelle scelte di politica regionale. Questo è il punto. Crozza direbbe: abbiamo la stessa rilevanza di un dialogo in un film porno, o del suono di un oboe in un concerto di heavy metal. Nulla. Un ronzio estivo da scansare con un buffetto. Forse si è sbagliato cavallo, non c’è il physique du rôle. Siamo di nuovo in braghe di tela. Eppure ci sono stati sobbalzi forti, vitalistici si potrebbe dire: la consigliera Di Rienzo prende le distanze dalla maggioranza sul caso Cogesa; il Pd all’attacco della consigliera di maggioranza Di Rienzo; la consigliera Di Rienzo chiede al Sindaco di prendere le distanze dalle affermazioni del PD. Colpo di scena: silenzio. 

Questo è stato l’ultimo giro di giostra, l’ultima vertigine, l’ultima emozione forte che dovrebbe fare sperare in un futuro di forza, di rappresentanza e di statura politica in ambito almeno regionale. 

Non si riesce a ricostruire, a ristrutturare una comunità di intenti, di obiettivi comuni: tutti in ordine sparso. Il Cogesa: sindaci come Giannizzeri  l’uno contro l’altro armati. La rete dei B&B e degli albergatori non coordinati, la tassa di soggiorno una chiacchiera, la gestione turistica tutti fermi, il servizio trasporti al paleolitico, l’ospedale respira ancora, centro storico non sappiamo, PNRR sconosciuto, il Tribunale al lumicino.  Ci sono cose belle che funzionano, suggeriscono gli ottimisti: o i servizievoli. Ci sono le marce, le biciclettate, le musiche e i teatri, i libri da presentare, Sulmona è il salotto d’Abruzzo ci ricorda qualcuno quando viene a farci visita. Eppure siamo in avvitamento verso la trasformazione da città a paese: nei servizi, nelle economie, nella cultura, nelle progettazioni, nelle rappresentazioni del futuro possibile. 

I cittadini pedalano in salita.

Una eroica resilienza fatta di rinuncia e di rassegnazione. Ma anche di indifferenza.  Manca una direzione, un coordinamento, uno sportello di ascolto, un cardiologo rianimatore.  O, ancora meglio, manca un coach come nelle migliori squadre di basket. Ieri mi è sembrato di vederla la squadra: forse, non sono certo, può essere,  ma forse mi sbaglio. 

Saluti ai nostri lettori e arrivederci alla prossima settimana per parlare di “spillover”: movimenti, migrazioni, adattamenti in atto tra maggioranza e minoranza!

7 thoughts on ““BEATO COLUI CHE HA L’ARDIRE DI DIFENDERE CIÒ CHE AMA”

  • amico mio devi fare tu i progetti per risolvere!
    bene l’analisi ci spiace che è sempre la stessa storia chi va non sa fare e noi rimaniamo in questa valle di lacrime.

    • sono d’accordo !!!!!!!

  • Bella l’analisi e i riferimenti. Un’altro tentativo fallito non ci sono persone che possono tirarci fuori da quello che sta succedendo. Chi vince deve fare è trovare soluzioni
    Caro nessuno . Se hai bisogno di lavorare non puoi fare il politico o l’assessore che fa copia incolla
    Facile fare il populista offendere devi fare quello che risolve altrimenti vai a casa

  • Bella l’analisi e i riferimenti. Un’altro tentativo fallito non ci sono persone che possono tirarci fuori da quello che sta succedendo. Chi vince deve fare è trovare soluzioni
    Caro nessuno . Se hai bisogno di lavorare non puoi fare il politico o l’assessore che fa copia incolla
    Facile fare il populista offendere devi fare quello che risolve altrimenti vai a casa

  • Dal delirium di un trombato, agli strafalcioni di un illetterato.
    Il primo tranne renderci noti problemi già noti, si avvita su se stesso in una vendetta affidata alle parole, senza proporre un minimo di progettualità.
    Il secondo, rilancia con magistratura, politici, bene pubblico, vescovo, e pure Sant Pampl jamm mo’, ma essenzialmente e seriamente il suo maggior cruccio e l’uso delle sostanze da parte dei corridori.
    Beato colui che ha l’ardire… l’incipit era degno, il contenuto, sprizza voglia di rivalsa personale ad ogni parola e lì muore ogni più bel sogno.

  • Scusa doppati in bicicletta

  • Continua a sognare !!!!
    Tutto bloccato per via di una magistratura inutile, la legge non applicata, burocrazia bloccata, amministratori incastrati e i politici che non riescono a connettere con il pubblico o l’ambiente.
    L’importante è che non si torni indietro e che c’è sempre il Vescovo che potrebbe mettere tutti insieme con San Panfilo.
    L’importante è che la banda di doppiati in bicicletta passi per Sulmona velocemente così si potrà passare alla prossima crisi.

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