RIFUGIATI A CAMPO DI GIOVE E CANSANO, ITALICA: NON E’ CERTO UNA VITTORIA PER QUESTE COMUNITA’
Il movimento Italica non ritiene una vittoria l’adesione di Campo di Giove e Cansano al progetto di accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati ma anzi dichiara tutta la propria perplessitĆ āHanno perso servizi importanti come la guardia medica, sul fronte del turismo non cāĆØ alcuna prospettiva di rilancio delle attivitĆ commerciali e degli impianti sciistici. La maggior parte della popolazione lavora altrove, ma le amministrazioni decidono di accogliere dodici richiedenti asilo per tre anni, sette migranti a Campo di Giove e gli altri a Cansanoā. Ad intervenire ĆØ il coordinatore del movimento, Alberto Di Giandomenico.Ā āHo come lāimpressione che il progetto presentato dai Comuni, con bilanci in rosso, non sia ispirato alla solidarietĆ e allāaccoglienza nĆ© tantomeno ad evitare un eventuale arrivo di profughi nellāunica struttura ricettiva dellāarea ā interviene Di Giandomenico ā la āsoluzioneā trovata dalle amministrazioni non limita, nĆ© contiene eventuali domande di accoglienza dei privati, ma quasi le incentiva. E seppur gli imprenditori vi avessero rinunciato per scommettere ancora sul turismo, questa scelta dei due comuni penalizza e potrebbe essere persino presa da esempio da altre amministrazioni. Comunque i limiti per lāaccoglienza sono solo nellāambito della partecipazione al progetto Sprar quindi chiunque puĆ² continuare a fare richiesta di migranti anche per Cansano e Campo Di Giove che hanno aderito al progetto senza alcuna condizione, limite e garanzia al di fuori dello Sprar”. Secondo Di Giandomenico a questo punto “la situazione si complica anche per Sulmona e lāintera comunitĆ regionale che dovrĆ farsi carico di garantire servizi gratuiti mentre enti e cooperative ricevono fior, fior di contributi. Alle dodici persone accolte in alta quota vanno aggiunte le trentasette ospitate dalla Asp 2 Casa Santa dellāAnnunziata e una quarantina di richiedenti asilo ospitati sulla statale 17, non si sa poi quanti ne siano alloggiati allāex Europa park hotel dove la sera le luci accese nelle camere ne rivelano i numeri”. “Se per il rilancio turistico le localitĆ dāalta quota hanno bisogno di una spinta non possono essere certo i profughi a darla o ad attirare turisti. Non mi sembra certo una vittoria lāaccesso allo Sprar, ma una sconfitta per le due amministrazioni che si sono aggrappate al business dellāaccoglienza per questioni economiche – conclude il coordinatore di Italica – ĆØ come curare lāinfluenza con un calmante. Il vaccino ĆØ a base di progetti a lungo raggio, formule virtuose e iniziative che le localitĆ del Parco dovrebbero mettere sul tavolo della Regione sfruttando piĆ¹ che i migranti la vocazione turistica insita nei loro territori protetti da agganciare, in linea con uno sviluppo sostenibile, al bacino sciistico dellāAlto Sangro. Ć troppo complicato garantire un futuro solido come fecero i nostri nonni?ā