ITALICA ACCUSA: TROPPI ERRORI E DISORGANIZZAZIONE IMPRESSIONANTE PER EMERGENZA INCENDI

“Ritardi negli interventi, nel soccorso, nelle operazioni di spegnimento, di questo si deve continuare a parlare a prescindere dagli sforzi profusi nelle settimane successive agli incendi quando il Morrone era già mezzo bruciato” sostiene Alberto Di Giandomenico, coordinatore del Movimento Italica che esaminando i quindici giorni d’inferno vissuti in valle Peligna sottolinea “quanto non fatto da amministratori e dirigenti di enti di questo territorio che al momento di intervenire e chiedere aiuto per conto della comunità si sono defilati per poi fare passarelle e comparire sui mass media per rifilare progetti assurdi sfruttando l’ennesima emergenza, mentre il fuoco inceneriva la montagna sacra di Papa Celestino V”.  “Sulle responsabilità non si può sorvolare affatto, né sulle mancanze dell’ente parco e del suo presidente, Franco Iezzi, segnalato per l’incarico dall’onorevole Paola Pelino – dichiara Di Giandomenico – Iezzi dovrà chiarire in che modo il Parco nazionale della Maiella ha investito le risorse destinate all’area protetta visto lo stato di così grave abbandono in cui versa da anni la montagna. Completa assenza di strategia a favore del Parco e di interventi a tutela di un luogo in cui vincoli e sacrifici sono stati accettati nella speranza di accrescere il valore del patrimonio faunistico e arboreo della comunità, ora arrostito. E perché, domando, non c’è stato un accordo tra Parco Maiella, Comune e la Regione per approntare dei Piani di emergenza?”. Il coordinatore del movimento non risparmia critiche alla Regione e al presidente Luciano D’Alfonso. “È mancata ogni forma di organizzazione e coordinamento delle poche energie in campo. La Regione avrebbe dovuto garantire con tempestività soccorsi e aiuti per il monte Morrone dopo l’esperienza del Gran Sasso, ma la tempestività è stata garantita solo per le passerelle. Interventi e dichiarazioni a disastro quasi compiuto hanno provato poi la completa impreparazione del governo regionale ad affrontare l’emergenza e hanno confermato, una volta di troppo, l’inettitudine e l’indifferenza per le aree interne cavalcate per opportunità e propaganda e solo quando c’è visibilità e opportunità di fare affari – prosegue il coordinatore del movimento civico – appena il 10 agosto scorso dai dati del dossier Legambiente emergeva una situazione di forte criticità per gli incendi, risultavano più che raddoppiati gli ettari di vegetazione inceneriti rispetto a quelli andati in fumo lo scorso anno. Ciò non ha preoccupato minimamente i vertici che avrebbero dovuto raccogliere il segnale e prepararsi in tempo agli imprevisti possibili nella regione verde dei parchi. Invece organizzazione, coordinamento sono mancati così pure i fondi per la prevenzione e la Regione ha preferito investire fiumi di denaro per progetti inutili e opere dannose. Troppi interessi privati sono stati legati alla gestione delle emergenze”. A giudizio di Di Giandomenico “impressionante” sarebbe stata la “disorganizzazione del Comune di Sulmona, del caos del Centro operativo comunale (Coc) e del Centro operativo misto (Com)”.  “Troppi errori e si dovrebbe cominciare ad ammetterli. Qualcuno dovrà mettere in discussione i suoi incarichi ed è proprio il caso che abbandoni il campo. Non esistono eroi per quello che è stato fatto, a muovere è stato il sentimento di appartenenza e l’orgoglio di vivere in questo territorio, prendendo da esempio coloro che si sono sacrificati affinché la comunità vincesse sui terribili giorni di fuoco” conclude il coordinatore del movimento civico.