SINISTRA ITALIANA: SI TORNI AL CORPO FORESTALE, ORA PARCHI SENZA VIGILANZA

“Chiediamo al Governo di tornare indietro, rivedendo il negativo assetto attuale della riforma che si è dimostrata totalmente inefficace : si torni alla Guardia Forestale subito e si appronti quindi un sistema stabile e professionale di vigilanza nelle aree parco protette”. A chiedere il ripristino del Corpo Forestale sono Daniele Licheri, segretario regionale di Sinistra Italiana e il portavoce del circolo sulmonese, Domenico Capaldo, prendendo spunto dalle vicende di questi giorni.Ringraziamo chi si è adoperato per spegnare l’incendio del Morrone ma gravissimi i ritardi: un episodio sottostimato dal Parco Majella” sostiene Sinistra Italiana, precisando che “sarebbe occorsa maggiore incisività e tempestività nell’azione di spegnimento, più mezzi aerei ed inoltre provvedimenti atti ad interrompere la linea del fuoco che si è propagata anche per il vento forte in diverse direzioni mettendo a rischio, a tratti, le case tra Marane e Badia e con il rischio di espandersi verso la stessa Badia Morronese”. Per SI sarebbero stati gravi i ritardi con i quali sono iniziate le operazioni e sicuramente sottostimata la portata dell’evento e dei mezzi inizialmente messi a disposizione. “Nel caso specifico ci chiediamo come sia possibile che per un’Area Parco, che per definizione dovrebbe essere Protetta, quale quella colpita, non sia stata attivata nessuna forma di prevenzione, monitoraggio e controllo del territorio attraverso una vigilanza attiva soprattutto nei mesi estivi – continua SI – grave la responsabilità della Regione che pur sollecitata per tempo nel mese di giugno scorso da diverse associazioni ambientaliste non ha adottato alcun provvedimento ed altrettanto grave la responsabilità dei vertici del Parco Majella per aver lasciato completamente sguarnita l’area coinvolta nel disastro”. Oltre le responsabilità penali di chi ha appiccato il fuoco, secondo Sinistra Italiana vanno ricercate responsabilità in chi ha deciso l’accorpamento del Corpo Forestale all’Arma dei Carabinieri, che oltre a portarsi sulla coscienza una riforma inutile, porta adesso anche altri ettari di bosco andati in fumo. Per SI il rogo del Morrone dovrà sollecitare una seria e attenta riflessione anche su altre scelte, come quelle su insediamenti ad elevato impatto ambientale per la nostra zona, come la centrale e il gasdotto Snam.