ECCO LA MAPPA DELLE ACQUE NEL CENTRO ABRUZZO, INQUINAMENTO E CRITICITA’

Secondo i dati dell’Agenzia Regionale per la Tutela Ambientale (Arta) relativi agli anni dal 2010 al 2015 anche  l’area peligna non sfugge a diffusi episodi di inquinamento e criticità sia per le acque sotterranee che per quelle superficiali. L’argomento sarà al centro di un incontro promosso da Forum H2O in collaborazione con il collettivo “AltreMenti” che si terrà domani, sabato 24 giugno, alle 18, a Sulmona, nella sala convegni della Comunità Montana Peligna. Secondo la classificazione dell’Unione Europea le acque vengono ripartite in corpi idrici superficiali, fiumi e laghi, classificati in 5 categorie di qualità: “elevato”, “buono”, “sufficiente”, “scarso” e “cattivo”. A proposito di falde acquifere, il corpo idrico sotterraneo della Piana Peligna è classificato ufficialmente in classe “non buono” a causa del 38% dei punti monitorati con superamenti dei limiti di legge. Tra questi spiccano, anche per i valori emersi nel 2015, ultimo anno di monitoraggio effettuato, il punto Ansape a Raiano, con il pericoloso Tetracloroetilene, un solvente clorurato (due volte la Concentrazione Soglia di Contaminazione) e i punti AGIP di Roccacasale e Strade e Asfalti di Raiano dove sono stati registrati valori molto elevati del parametro Ione Ammonio. A fare da contraltare i corpi idrici sotterranei delle montagne circostanti, da quello del Marsicano a quello del Porrara, che fortunatamente sono ancora in stato “buono”. Diverso è il caso di quello del Morrone, che risente della contaminazione dei “famigerati” pozzi S. Angelo a valle di Bussi che per ragioni idrogeologiche sono assegnati a questo corpo idrico (area 5b nella mappa ARTA allegata). I punti di campionamento nella zona peligna a monte non hanno però riscontrato criticità (area 5b). Per quanto riguarda i fiumi, il Gizio è classificato in stato “buono” (quindi corrispondente agli obiettivi di qualità previsti dall’Unione Europea) nel primo punto di monitoraggio a Pettorano sul Gizio, dove però è risultato solo “sufficiente” per il parametro “caratteristiche morfologiche”, tanto da farlo rientrare tra i corpi idrici altamente modificati ai sensi del DM. 156/13. Il secondo punto di monitoraggio sul Gizio a Sulmona mostra un peggioramento di classe di qualità, passando alla categoria “sufficiente”, quindi non corrispondente agli obiettivi comunitari.
Parlando dell’area del Sagittario, il Tasso a Scanno è classificato in categoria “buono” così come il primo punto di monitoraggio del fiume Sagittario ad Anversa degli Abruzzi. Invece a preoccupare fortemente è lo stato di questo corso d’acqua monitorato a Popoli, dove addirittura è in classe “scarso”, la penultima della scala di classificazione. Inoltre questo tratto è risultato solo “sufficiente” per caratteristiche morfologiche, tanto da farlo rientrare tra i corpi idrici altamente modificati ai sensi del DM . 156/13. L’Arta evidenzia forti escursioni di portata, fenomeno noto come “hydropeaking”, da tempo contestato dal Forum H2O in Abruzzo, a causa della presenza a monte di centrali idroelettriche. Tali fluttuazioni repentine connesse ai rilasci delle dighe creano grossi problemi a tutti gli organismi fluviali, sia animali che vegetali. Anche l’Aterno preoccupa, visto che il tratto che attraversa la valle peligna è in stato di qualità “sufficiente”, fuori dagli obiettivi comunitari. Infine evidenziamo che il lago di Scanno è stato classificato in categoria “sufficiente”. “Questi dati confermano che le aree interne non sono immuni dalle problematiche relative alla corretta gestione e alla salvaguardia della qualità dell’acqua e degli ambienti fluviali – osservano Forum H2O e Collettivo AltreMenti – purtroppo sono ancora assai timide le azioni di risanamento, imprigionate nelle cosiddette “sperimentazioni” introdotte dalla Regione per regolare i rilasci nel comparto idroelettrico, veri e propri espedienti che servono solo a ritardare i provvedimenti che sarebbero necessari per ridare dignità ai nostri fiumi. Questi escamotage ricordano tanto la caccia “sperimentale” a scopi scientifici alle balene da parte del Giappone che poi serve a rifornire i ristoranti”.