POCHE OSSA E QUALCHE STOVIGLIA ROTTA NON FANNO DI CASE PENTE UNA NECROPOLI

di Luigi Liberatore – Il fine giustifica i mezzi, recita un vecchio adagio che si vorrebbe attribuire a Machiavelli o a qualche noto gesuita. No. E’ il solito refrain agricolo-pastorale che viene utilizzato per assegnare autenticità aulica ad azioni e comportamenti per raggiungere finalità grossolane o spregiudicate. Machiavelli e i gesuiti, soprattutto per il loro spessore culturale, non c’entrano con la iniziativa degli ambientalisti di Sulmona che vorrebbero bloccare i lavori di realizzazione della centrale SNAM in località Case Pente, perché a loro dire, durante i lavori preliminari di scavo, sarebbe stata scoperta una necropoli. Bene. Per definire necropoli ci dovremmo trasferire a Cerveteri, capire cosa significhi una tomba di tipo a pozzo, ovvero prendere contatti con camere funerarie, con le incinerazioni in vasi di tipo biconici, o ancora di capire che stiamo a contatto con una via sepolcrale almeno lunga qualche chilometro. Lì, in località Case Pente di Sulmona, è da tempo che lo stato italiano, tramite la SNAM, ha deciso che debba sorgere una centrale di pompaggio, o come volete voi, di compressione, per favorire il transito del gas verso altri siti italiani, come in altre regioni si fa per far arrivare il gas nelle case di Sulmona e dintorni. Siamo nel campo del diritto della reciprocità. Tuttavia, dal tempo di quella decisione, gli ambientalisti di Sulmona, un gruppo sparuto, ossessionato ma sempre lusingato dalla politica locale per fini meno nobili, decisero che quella centrale non dovesse essere realizzata. Dopo infiniti ricorsi, controricorsi, battute interlocutorie e perfino da avanspettacolo, lo Stato ha deciso che la centrale si deve fare perché risponde alle esigenze di politica strategica nazionale in fatto di risorse energetiche, sicchè la Snam ha iniziato a scavare. Colpo di scena. Gli ambientalisti hanno fatto presente che durante gli scavi sono apparsi resti di stoviglie antiche, una punta di lancia forse appartenente ad un antico guerriero, qualche osso o ossa, per cui hanno chiesto con rituali denunce il sequestro dell’area, parlando di necropoli venuta alla luce. Pensano di bloccare così la realizzazione della centrale di compressione, dimenticando che sono state realizzate metropolitane e tratti di autostrade in ogni angolo della terra pure in presenza di ben altri siti archeologici. Torniamo all’inizio e al detto che sia il fine a giustificare i mezzi. Assodato che né Machiavelli né qualche illustre gesuita c’entrino con quell’adagio frescone, diciamo agli ambientalisti di casa nostra che pensassero ad altri espedienti per raggiungere la pace alle loro paturnie. In ogni caso la vedo dura…

4 thoughts on “POCHE OSSA E QUALCHE STOVIGLIA ROTTA NON FANNO DI CASE PENTE UNA NECROPOLI

  • Una negazione dell’intelligenza questo articolo, senza un minimo di valutazione approfondita sulle conseguenze di un impianto di tal fatta e l’impatto sulla salute, l’impatto sul paesaggio, su ciò che comporteranno le polveri sottili sui terreni agricoli, all’ingresso di un Parco Nazionale, ma poi senza alcuna sostanza e valutazione sulla utilità vera dell’opera. E’ una bugia inaccettabile affermare che questo gas servirebbe a scaldare la case dei Sulmontini, un’offesa all’intelligenza parlare senza conoscere quali siano i reali consumi di gas in Italia. Ridurre tutto al fatto che si tratterebbe di un sito con “quattro ossa”, ma come si può giustificare…, se non con una visione tardo industrialista del futuro, un’ offesa alla propria storia ed al rispetto del nostro passato. Articoli così sono una perdita di tempo ed una offesa all’ intelligenza di chi legge, con tutto il rispetto per chi pensa di stare scrivendo qualcosa di qualche spessore e di qualche interesse se non quelli della Snam e consimili.

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  • Vorrei invitare Luigi Liberatore ad un incontro sul tema Snam. Potrebbe dedicare un po’ del suo tempo ad informarsi su documenti ufficiali del Governo e della Snam, circa le motivazioni portate a giustificazione delle autorizzazioni della centrale di compressione e del metanodotto. Confido nella sua disponibilità a conoscere dati e affermazioni sul tema che lo muove a così forti critiche, e poi liberissimo di continuare a criticarci o se invece, nella sua onestà intellettuale, riconoscere che i suoi giudizi su questo tema sono errati. Pietro Di Paolo

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  • Finalmente una voce libera e intelligente. Ma sì, che ce ne facciamo di quattro ossa e di vecchi cocci? Tritiamoli, così la Snam risparmierà nel fare il cemento. E magari ci ridurranno pure le bollette.

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  • Gli ambientalisti non contano o servono e i comitati locali non riescono a fermare o sanare la valle Peligna che tra SNAM e Cogesa sarà ancora di più avvelenata di quello che è già.
    La magistratura se ne frega altamente e i vari enti responsabili per la tutela dell’ambiente e dei cittadini sono completamente inutili o compromessi dalla politica.
    Come unico lettore mi sento molto avvilito e penso dovresti almeno stimolare ed informare i cittadini di cosa sta’ succedendo e come visto che sembri molto scettico ed ironico.
    Di “te lo avevo detto” ce ne saranno ancora tanti e sedersi sulla staccionata e aspettare di aggiungere ancora più morti di cancro alla lista non è la mossa giusta o dovuta.

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