COGESA, SINDACI DI “RINNOVAMENTO”: SI ALLA STABILIZZAZIONE DEI PRECARI MA SENZA CLIENTELISMI

“Siamo soddisfatti del fatto che l’amministratore unico del Cogesa, Vincenzo Margiotta, abbia finalmente apprezzato e dato seguito alla nostra richiesta di stabilizzare il personale precario che opera all’interno della società”. A dichiararlo sono i  sindaci del movimento Rinnovamento Democratico invitando però Margiotta a tenere la società al riparo da ricorsi eventuali che andrebbero a gravare sulle casse dei Comuni soci. Perché questo avvenga i sindaci di Rinnovamento fanno appello a Margiotta affinché il reclutamento del personale avvenga nella massima trasparenza. “Abbiamo sempre espresso la nostra contrarietà alla formulazione di nuovi bandi di gara quando era possibile e doveroso procedere all’assunzione mediante stabilizzazione del personale precario già vincitore di concorso. Tutto questo rappresenta sicuramente un passo avanti per chiudere questa complicata pagina e avviare le assunzioni che garantiranno serenità a chi, negli anni, ha dato un aiuto importante alla macchina operativa” precisano i sindaci. Ma aggiungono subito che “i sindaci soci, debbano sempre conservare una dose di onestà intellettuale per testimoniare costantemente la verità e contribuire in maniera adeguata, a prescindere dalle proprie legittime posizioni politiche, alla costruzione del bene comune”. “La scelta che si sta per compiere al Cogesa è una scelta molto coraggiosa ma non possiamo non mettere in guardia l’amministratore unico circa la necessità di mettere al riparo la società da eventuali ricorsi che potrebbero gravare, e non poco, sulle casse dei Comuni soci – concludono i sindaci  – quindi sollecitiamo Margiotta affinchè non si ripetano gli errori del passato sostenendo un’adeguata politica di reclutamento. L’invito, a questo punto, è che si avvii subito una discussione e che si possa cogliere l’occasione per rivolgere maggiore attenzione ai diritti dei lavoratori e sgomberare il campo da quei dubbi di clientelismo e familismo di cui si continua a parlare”.