ALLA MAGNETI MARELLI E’ DI NUOVO SCIOPERO

E’ di nuovo sciopero alla Sistemi Sospensioni di Sulmona, contro il nuovo modello Fiat. Sedici ore di protesta fino a lunedi, non tanto per i turni massacranti, ma per le condizioni in cui sono costretti a lavorare quotidianamente i dipendenti. Lo annunciano i sindacati Fiom Cgil della provincia dell’Aquila, i quali parlano di una realtĆ  che “va oltre quanto immaginato da Charlie Chaplin nel film “Tempi Moderni”, con “turnazioni applicate dallā€™azienda fino ad oggi hanno solo peggiorato la situazione”. I lavoratori dicono basta a ritmi incessanti a cui sono sottoposti, “a causa di una disorganizzazione interna che”, aggiungono i sindacati, “va avanti da anni e peggiora le loro condizioni, in cui si riducono anche le pause”. Ā CiĆ² che chiedono, dunque, ĆØ il ripristino di una turnazione meno massacrante. “SeĀ un lavoratore durante il turno si toglie i guanti per soffiarsi il naso viene richiamato per recuperare quella perdita di tempo” raccontano i rappresentanti dell’organizzazione sindacale.Ā Una tre giorni di sciopero che provocherĆ  danni all’azienda. Ā “Un giovane lavoratore entrato al lavoro 10 anni fa, se ĆØ fortunato oggi si ritrova al 4 livello, altrimenti Ā resta al terzo, con uno stipendio tra i 1300 e 1400 euro, facendo i turni e se durante il mese lavora almeno 2 settimane di notte. Una cifra che potrebbe sembrare buona per i molti disoccupati del territorio. Il carico di lavoro, perĆ², spiega la Fiom Cigl ĆØ spaventoso “In un turno di otto ore vengonoĀ  prodotte piĆ¹ di 490 sospensioni Ā complete cioĆØ circa 1 al minuto. Spesso per fare questo prodotto esistono postazione dove lavora un solo lavoratore il quale per piĆ¹ di sette ore al giorno dovrĆ  assemblare piĆ¹ componenti pesanti in un minuto con azioni ripetitive. Questo se tutto funziona correttamente, ma se come accade spesso cā€™ĆØ un inconveniente qualsiasi il lavoratore sarĆ  pressato dai capi per recuperare i pezzi persi non per causa sua.Ā E provate ad immaginarla in un ambiente dove quando fuori ĆØ freddo dentro ĆØ freddo e quando fuori ĆØ caldo dentro ĆØ ancora piĆ¹ caldo”.