AL VIA LA RIEVOCAZIONE STORICA DELLA NOMINA E SANTIFICAZIONE DI CELESTINO V

Nel giorno in cui si aprirà la Porta Santa nella Basilica di Collemaggio all’Aquila, a conclusione della settimana della 721 Perdonanza celestiniana, a Sulmona si svolgerà la dodicesima edizione della rappresentazione teatrale che rievoca la “consegna del Decreto di nomina pontificia” (come papa Celestino V) a Fra’ Pietro da Morrone, che avvenne nell’Eremo di Sant’Onofrio, alle pendici del Monte Morrone, il 18 luglio 1294. Una semplice e incisiva rievocazione storica, che fa leva sulla verità storica documentata, è quella che si terrà nel cortile di palazzo dell’Annunziata il 28 agosto alle 21.30. Iniziativa entrata ormai nella tradizione degli eventi estivi sulmonesi, curata dall’associazione  Borgo Pacentrano, in collaborazione con le associazioni “Spazio Arte” dell’Aquila, “Recta Rupes” di Popoli e “ Insieme per il Centro Abruzzo “ di Sulmona. La manifestazione, che lo scorso anno fu rovinata a causa della pioggia incessante, è stata presentata nello scorso weekend a palazzo Mazara, dal capitano Raffaello de Angelis e dal suo precedessore Luigi Di Cesare, che ha curato l’organizzazione. Presenti il presidente onorario della Giostra cavalleresca Domenico Taglieri, l’assessore comunale Luciano Marinucci, e gli autori di un volume ad hoc, Ivio Di Iorio, Ezio Mattiocco e Stefania Di Carlo, docente universitaria aquilana e studiosa di Celestino V, la quale da anni contribuisce per la consulenza della sceneggiatura alla rappresentazione teatrale. Stessa formuna, stessa squadra. In scena sei attori, tra cui quattro professionisti, per la regia di Antonio Rampino, il quale, attore  professionista molisano, impersonerà Pietro Da Morrone, neoeletto papa Celestino V, entrando in scena dal momento della consegna del Decreto all’accettazione della nomina,  passando per una difficile riflessione, fino al rifiuto, interpretato non come l’atto di viltà nel senso dantesco, ma come la petrarchesca prova di coraggio. Tra i protagonisti l’attore sulmonese Pietro Becattini nel ruolo del cardinale Stefaneschi, biografo e autore del poema sul papa-eremita,  Tino Calabrò, nei panni di “Santuzzo” ovvero San Roberto da Salle, fedelissimo di fra’ Pietro, Adriano Di Buccio sarà Carlo d’Angiò, Raffaello De Angelis, capitano del Borgo Pacentrano, nel ruolo del portavoce dei delegati giunti da Perugia per la consegna del Decreto. A condurre lo spettatore di scena in scena sarà Lorenzo  Praticò, voce narrante.

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