NOVANTA CANDELINE PER “ZIO PIETRO”

 

Novant’anni e non sentirli. La sua bottega è intatta sulle scalette davanti la chiesa di Santa Chiara, un laboratorio ancora attivo, come allora, quando da ragazzino, affacciato al balcone della casa a cavallo dell’acquedotto medievale, guardava il mastro lavorare, colui che divenne subito il suo insegnante. Intatta come la sua passione per quel mestiere, come il suo entusiasmo e la sua voglia ancora di continuare a duplicare chiavi, districandosi abilmente tra macchinari, attrezzi, cartoline, locandine e fotografie che parlano della sua vita. Sete di conoscenza che lo contraddistinse da giovane e che lo anima ancora oggi, che compie 90 anni. Pietro Carosa, conosciuto da tutti in città come zio Pietro. Non ha nessuna voglia di smettere di lavorare. Razza antica, di quelle che fanno invidia per pazienza, forza e caparbietà. Grande festa per lui oggi, insieme alla sua famiglia, ai suoi nipoti e pronipoti. Classe 1923 Pietro ci accoglie nella sua bottega e lucidissimo racconta che si trova lì dagli anni della seconda guerra mondiale, dai tempi in cui per tornare a Sulmona camminò per 15 giorni, dopo l’armistizio dell’8 settembre, trovando poi la sua città invasa dai tedeschi. Riprese a fare quel mestiere, che aveva imparato da ragazzino guardando il mastro Giuseppe Camilli mentre faceva lavori di carpenteria e in ferro.  Con il sorriso sempre pronto, racconta: “Da porta Napoli alla villa comunale tutte le saracinesche le ho aggiustate io. Mi ricordo quando facevo le chiavi a mano”. Ripensa ai lavori eseguiti per le famiglie Sardi e Mazara. Zio Pietro è anche una memoria storica per la città. Da sempre ha la passione per le “cineprese”, come continua a chiamare lui le telecamere. “Ho ripreso tutto a Sulmona”. Tante processioni si sono ripetute sotto il suo indiscreto obiettivo, da quella bella postazione sulle scalette, dove domina piazza Garibaldi. In ogni manifestazione, in ogni rito sacro, per ogni evento pubblico che si svolgeva nella piazza maggiore zio Pietro c’era, con la sua cinepresa negli anni 60 e la sua telecamerina oggi. Tanti sindaci ha immortalato, tanti momenti importanti per Sulmona. Gelosissimo dei suoi filmini, richiama alla mente  uno dei momenti che lo ha emozionato maggiormente: la visita di Ciampi, ex presidente della Repubblica. Tra i più recenti: la Messa del Papa e le tante cerimonie per la Pasqua, come la “Madonna che scappa in piazza”: “Sembra che sono tutte uguali, ma c’è sempre qualcosa di diverso ogni anno” spiega, tra un sorriso e un po’ di emozione “Tanti anni fa avevo ripreso il momento in cui durante la Madonna che scappa la quadriglia era formata da un Confratello più basso degli altri e quando sollevarono la statua ricordo ancora lo sgambettare a vuoto del lauretano più basso”. E’ uno dei pochissimi mastri di chiavi rimasti in città e quando gli chiediamo se ha voglia di andare in pensione fa finta di non aver capito la domanda. Ha gli occhi che  brillano nel vedere tanta gente intorno a lui e sorride ancora di più quando il proprietario del bar accanto entra nella sua bottega e gli annuncia allegramente che sta preparando  una grande bella festa tutta per lui con una torta dalle novanta candeline. E allora <auguri zio Piè>.

g.s.