UNA SANITÀ PER MAGHI E INDOVINI?

di Gianvincenzo D’Andrea – Da qualche tempo i mezzi di informazione segnalano il ripetersi di episodi che evidenziano un progressivo scadimento del Servizio Sanitario Nazionale, un tempo preziosa risorsa per tutti i cittadini in caso di malattia e vanto del nostro Paese per la qualità dei servizi erogati. Attese di un anno, due ed anche tre per l’esecuzione di visite specialistiche ed esami, anche elementari, sono all’ordine del giorno e costringono i cittadini a ritardare in modo inaccettabile le cure necessarie o ( per quelli che possono permetterselo ) a rivolgersi sempre più spesso al privato pagando somme, in molti casi, consistenti. Stiamo di fatto assistendo, forse senza una generale presa di coscienza, allo smantellamento del servizio sanitario gratuito ed universalistico (così come era stato concepito con la riforma degli enti mutualistici) ed alla nascita di un sistema ibrido in cui la sanità privata è in vertiginosa espansione e quella pubblica ridimensiona molti settori della sua attività. Ma come si è giunti alla situazione attuale? La progressiva riduzione dei fondi destinati alla sanità , operata dai governi succedutisi da vent’anni a questa parte, e scelte sicuramente sbagliate quali il blocco del turnover del personale sanitario (per diminuire le spese ) con conseguente drastica riduzione di tutte le figure professionali hanno avuto un ruolo determinante con il risultato di compromettere in modo inesorabile il funzionamento del Servizio Sanitario Pubblico divenuto ormai incapace di rispondere efficacemente ai bisogni di salute dei cittadini. Se i tempi di attesa per l’esecuzione di un esame TAC, un’ecografia o una colonscopia oggi sono superiori ad un anno ( se va bene!) come si può pensare che siano compatibili con una Medicina al passo con i tempi, utile e vantaggiosa per i cittadini? Di fronte ad una situazione come quella descritta, peraltro quotidianamente sperimentata da tanti malati, viene da dire che siamo passati da un modello virtuoso di sanità pubblica pensata per soddisfare i bisogni di salute di tutti i cittadini senza distinzione di censo ad una sanità per cittadini particolari : i maghi e/ gli indovini. Perché dico questo? Perché se i tempi di attesa per l’esecuzione di esami e visite specialistiche sono quelli riferiti prima è ovvio che gli unici a non avere inconvenienti e disagi sono proprio i maghi e gli indovini i quali potendo conoscere il loro futuro riescono a prenotare con il giusto anticipo gli accertamenti necessari per i problemi di salute in cui prevedono di incappare. Ma, mettendo da parte le facezie, non c’è dubbio che una Sanità Pubblica costretta ad operare in una situazione di scarsità di risorse finanziarie e con dotazione di personale ridotta rispetto al necessario (in ulteriore diminuzione a causa degli abbandoni determinati da orari di lavoro assai pesanti e condizioni stipendiali inadeguate e più basse rispetto a tanti paesi europei) finisca per tagliare i servizi e per allungare i tempi di esecuzione di tutte le prestazioni, di accertamento e di cura. E qui si è inserita prepotentemente la Sanità Privata che fornisce in tempi rapidi ed a pagamento tutte le risposte ai bisogni dei cittadini. Ma se per curarsi bisogna rivolgersi al privato cosa c’è di meglio che stipulare una polizza assicurativa che copra le spese sanitarie? Il martellamento pubblicitario per invogliare a questa scelta è sotto gli occhi di tutti e negli ultimi tempi c’è stato un sensibile aumento del numero delle polizze stipulate dai cittadini per tutelarsi. Però a parte il fatto che le polizze in questione hanno un costo (non alla portata di tutte le tasche) esse escludono di fatto un’ampia categoria di persone, gli anziani ai quali le compagnie assicurative di regola non permettono la stipula dei contratti. E si ritorna ,dunque, a quanto detto in precedenza: curare i propri problemi di salute diventa un problema di disponibilità economica. Chi ha soldi per poterlo fare si cura e chi no deve arrangiarsi! Ma anche coloro che pensano di non avere problemi potrebbero avere qualche sorpresa! Ci sono infatti, procedure mediche salvavita( dal costo di centinaia di migliaia di euro) che non sempre sono coperte dalle polizze assicurative. Tanto per fare un esempio, quanti trapiantati di fegato avrebbero potuto pagare le spese dell’intervento? Alla fine, a ben vedere, lo smantellamento del Servizio Sanitario Nazionale sarebbe una catastrofe sociale ed anche economica per la stragrande maggioranza degli italiani. Il suo valore, come dovrebbe aver insegnato la recente pandemia Covid, è inestimabile, ma la diffusa indifferenza di fronte agli attacchi che sta subendo e che ne stanno minando le basi dimostra che la lezione non l’abbiamo imparata. Aggiungo, infine, che la consapevolezza dell’importanza di una Sanità Pubblica gratuita ed universalistica non appare particolarmente diffusa dal momento che non si vedono evidenti segnali di ribellione collettiva ad uno stato di cose che penalizza tutti. Cos’altro bisognerà vedere (o sperimentare personalmente) perché venga richiesto con forza ai rappresentanti istituzionali di ridare efficienza e dignità al Servizio Sanitario Pubblico? Se lo facessimo, in fondo, non faremmo altro che chiedere il riconoscimento di un diritto sancito dalla nostra Costituzione.

4 thoughts on “UNA SANITÀ PER MAGHI E INDOVINI?

  • Senza una riforma del lavoro e pensioni, è tutto invano.
    Speculazioni e critiche non valgono più ormai che anche i votanti delle ultime elezioni regionali non ci arrivano.
    È bello poter sperare in un po’ di eguaglianza ma la vedo dura con questi politici inetti ed impreparati.

    • È questo cosa c’entra, se il servizio è ottimo, il problema nn è il contrario.

      • Cosa vuole intendere?
        Già la sola lettura della pagina 5 del documento allegato spiega tanto di quello che è la spesa per la Sanità in Italia in questi ultimi 20 anni e Ancor più a completamento le tabelle in appendice.

I commenti sono chiusi