LA MADONNA SI SAREBBE FERMATA A RIALZARE IL LAURETANO CADUTO

di Luigi Liberatore  – Il mio solitario lettore sa che sono un credente ma pessimo professante. E che, pertanto, perdonerà questa mia interpretazione odierna della Madonna che scappa in piazza a Sulmona, ritenendola semmai estemporanea ma non tanto da  apparire anche come atto di sacrilegio. Il rito di oggi è stato portato a termine secondo le esigenze volute dalla storiografia della manifestazione, la quale vuole che la statua della Madonna, al termine di un percorso tra due chiese, raggiunga ad abbracciare il Cristo risorto, di corsa, portata a spalla da una quadriglia. È andato tutto per il verso giusto, almeno per la Madonna, ma non per uno dei lauretani che sosteneva la statua il quale, ad un certo punto è inciampato cadendo. Faccenda chiusa? Macché, quel giovane è stato sostituito in corsa, accavallato da chi lo affiancava, sicché la manifestazione si è conclusa felicemente con l’abbraccio finale tra la Madonna e il Cristo risorto. Applausi, alla fine, per una di quelle dimostrazioni tra il sacro e il profano per cui noi italiani non siamo secondi a nessuno: nemmeno a quelle popolazioni post colombiane che però ci superano in fatto di “colore”. Secondo la consolidata tradizione di Sulmona, la Madonna non poteva cadere e non raggiungere il Cristo morto, pena un anno di lutti e miserie. Va bene. È andata così, con il lauretano calpestato e sorpassato ma con la Madonna senza più il velo triste della passione. E se la Madonna si fosse fermata per rialzare quel suo “sostenitore” sfortunato? Io penso che lo avrebbe fatto. Ma a guidare il tutto non era lei, ma lo spettacolo. Auguri al lauretano. Un’ave per la inconsapevole Maria.

20 thoughts on “LA MADONNA SI SAREBBE FERMATA A RIALZARE IL LAURETANO CADUTO

  • Quanto è accaduto contiene un meraviglioso messaggio simbolico. I lauretani che accompagnano la Madonna , di corsa, verso l’abbraccio con il Figlio Risorto, sono simbolicamente anch’essi in cammino verso quella stessa meta, che altro non è che la Casa del Padre, la Casa della Gioia. E quel loro cammino, fatto di corsa, è in fondo una raffigurazione …. “accelerata” del nostro cammino: il cammino evolutivo di ogni Anima verso l’Amore incondizionato: un cammino costellato di cadute, come ognuno di noi ben sa, per averne fatto ripetute esperienze. Ma la grandezza del Figlio dell’Uomo sta nella capacità di rialzarsi dopo la caduta. Talvolta però, situazioni di particolare sofferenza possono determinare una momentanea incapacità a risollevarsi; alcune anime possono addirittura decidere di non rialzarsi, rinunciando a proseguire il cammino; ed è proprio in questi momenti che interviene l’aiuto divino. Ma ieri mattina abbiamo tutti visto che il lauretano si stava rialzando ed è questo il motivo per cui la Madonna non si è fermata; se lo avesse fatto, in un eccesso di “buonismo” (che altro non è che uno squilibrio dell’Energia Femminile), ne avrebbe addirittura arrestato il cammino evolutivo: ecco il meraviglioso messaggio simbolico che abbiamo ricevuto, per il quale rendiamo grazie a tutti i protagonisti: la Madonna, il lauretano caduto, il compagno che lo ha prontamente sostituito, i lauretani “portatori” e tutti gli altri protagonisti che, a cominciare dalla processione del venerdì, hanno reso possibile il rinnovarsi di questa emozionante tradizione della “Madonna che scappa in piazza”.

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  • • Disse, CHI non importa, che l’omologazione, come a volte il riconoscersi nell’opinione prevalente, è come la sabbia di mare, granelli tutti uguali mossi da una sola forza: l’onda. Su quella dell’emozione e della spettacolarità, è tramontata la domenica di Pasqua sulmonese con la sua secolare tridizione. Dice, CHI non importa, “Non è prezioso ciò che è raro ma può diventare raro ciò che è prezioso”: La CURA, quella che si fa con le mani dell’uomo. Quale straordinaria notizia sarebbe rimbalzata agli onori della cronaca se frenata conFRATERNITA’ la corsa, riabilitatosi il “Confratello” tutto fosse proseguito ed entusiasticamente concluso con il prevalere della ragione del cuore… che impronta ai valori di fede e fratellanza. Che “A cadere ci si riesce da soli, ma per rialzarsi
    ci vogliono le mani di un amico.
    (Proverbio yiddish) .
    Buona pasquetta, in ridotta.

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    • E che problema ha, CHI non importa, se INVECE le cose seppur andate diversamente SONO ANDATE BENE se pur non aiutato il confratello si è rialzato da solo? Che problema ha CHI, non importa, se le cose non sono andate secondo il suo personale demolitore pensiero, regalandogli forse ulteriore prurito dove, NON IMPORTA?

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    • E che problema ha, CHI non importa, se INVECE le cose seppur andate diversamente SONO ANDATE BENE se pur non aiutato il confratello si è abilmente rialzato da solo? Che problema ha, CHI non importa, se le cose non sono andate secondo il suo personale demolitore pensiero, regalandogli forse ulteriore prurito, dove NON IMPORTA?

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  • Ricostruzione senza senso.
    Quelli che corrono lateralmente non sono lì per caso. Oltretutto non lo ha calpestato. Per quanto riguarda la Penitenza penso che si possa farla da soli senza farla fare agli altri

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    • Il pollice verso è fatto sicuramente dal solito benpensante degli atti eroici fatti da altri però. Probabilmente nemmeno di Sulmona

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  • Gli avrebbe gridato alzati e cammina!!

  • Bah, caro Luigi … Sono sicuro che il ragazzo caduto ha subito dopo ringraziato di cuore i suoi amici che han salvato sia lui che la corsa della Madonna …

    • Certezza assoluta, sarebbe stato ben più penoso per lui, se il suo incidente avesse avuto ripercussione più forte.

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  • Residui del pensiero magico-rituale che affonda le radici in uno degli stadi primitivi dell’umanità.
    Null’altro.

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  • Ovviamente,come sempre,il punto di vista di Liberatore, condivisibile o meno, è arguto e profondo. Mi associo al sostegno per lo sfortunato lauretano,persona stimabile e per bene,che non dimenticherà purtroppo, tanto facilmente, quanto accaduto. L’importante è che lui stia bene, almeno fisicamente, e che tutto,alla fine, sia andato come doveva andare. Sempre una grande, bella e sana emozione! Grazie a tutti e soprattutto al giovane “soccorritore” che si è meritato il plauso di tutti!❤️

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    • Massima solidarietà al confratello caduto per l’infortunio, ma cosa avrebbero dovuto fare gli altri confratelli? Fermare la corsa? La scorta (bontà sua) è lì apposta, francamente non capisco il suo articolo, non è che si può sempre fare il bastian contrario per avere un po’ di notorietà locale

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      • Sono d’accordissimo.Per la cronaca poi il lauretano non e’ stato calpestato bensi’ scavalcato .E’ diverso.Spiacente per il lauretano caduto ,un plauso all”altro che ha salvato magistralmente la corsa.

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    • Non potevo mancare di aver notato il ritardo della scappata e la troppa gente presente.
      Comunque mai emozionante come la processione del Venerdì Santo.
      Poteva inoltre essere un’occasione d’oro per promuovere un po’ di penitenza e perdono per tutti gli scempi ambientali perpetrati nella valle !!!!

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      • Disse, CHI non importa, che l’omologazione, come a volte il riconoscersi nell’opinione prevalente, è come la sabbia di mare, granelli tutti uguali mossi da una sola forza: l’onda. Su quella dell’emozione e della spettacolarità, è tramontata la domenica di Pasqua sulmonese con la sua secolare tridizione. Dice, CHI non importa, “Non è prezioso ciò che è raro ma può diventare raro ciò che è prezioso”: La CURA, quella che si fa con le mani dell’uomo. Quale straordinaria notizia sarebbe rimbalzata agli onori della cronaca se frenata conFRATERNITA’ la corsa, riabilitatosi il “Confratello” tutto fosse proseguito ed entusiasticamente concluso con il prevalere della ragione del cuore… che impronta ai valori di fede e fratellanza. Dice, CHI non importa, che . Buona pasquetta, in ridotta.

      • È proprio la voce di un liberatore!!! Tempo tre giorni e finisce nel dimenticatoio articolo….pessimo.

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    • Certezza assoluta, sarebbe stato ben più penoso per lui, se il suo incidente avesse avuto ripercussione più forte.

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