“GIANNI, UOMO DI CUORE CHE SI E’ DONATO AGLI ALTRI”, L’ADDIO A MASTRANGIOLI

“Una persona a volte un po’ burbera e rude ā€œma per molti si ĆØ rivelata una persona col cuore che ha saputo donarsi e vivere nella caritĆ  come Cristo ci ha insegnatoā€. CosƬ don Lorenzo Conti, parroco della chiesa di S.Giovanni da Capestrano, nella frazione di Torrone, ha ricordato Gianni Mastrangioli, nella celebrazione del rito funebre, oggi pomeriggio. Un rito, per il cinquantunenne sulmonese scomparso domenica mattina, mentre era in auto sull’autostrada, che lascia un’immagine di dolore e grande tristezza, con l’anziana madre in lacrime sulla bara ed accanto il fratello Stefano, costernato da tanto strazio. In tanti hanno voluto dare l’ultimo saluto al loro amico, persona buona e sempre disponibile verso gli altri. Grande la commozione che ha accompagnato l’intera celebrazione religiosa. Ma Gianni ĆØ stato ricordato anche come uomo di sport, valente giocatore di rugby, la sua passione di sempre. “Lo sport ĆØ sempre legato alla passione per la vita, la passione per poter vivere di squadra e in comunione con gli altriā€ ha sottolineato ancora il sacerdote. Tanti i colleghi del Sulmona Rugby che si sono stretti intorno ai familiari, con Mauro Ranalli, presidente della societĆ . NĆØ poteva essere dimenticato Gianni in saio rosso, nella partecipazione per trent’anni di fila al coro del Miserere, nella processione di Venerdi santo. Anche una delegazione dell’arciconfraternita trinitaria ha preso parte alla cerimonia funebre, con il rettore Raffaele Carrozza. ā€œGiovanni attraverso il canto per tanti anni ha accompagnato il Cristo Morto nella processione del VenerdƬ Santo, oggi ĆØ Cristo che accoglie Giovanni tra le sue braccia e ha deciso di accompagnarlo direttamente lui nella casa del Padre. Questo ĆØ l’amore di Dio per noi, questo ĆØ l’amore che Dio ha per Giovanni anche in questo momento” ha detto don Lorenzo. Amici e colleghi hanno abbracciato numerosi Stefano, fratello di Gianni e dipendente dell’Agenzia di Promozione Culturale. Nella bara la palla ovale e il saio rosso. Lo sport e il coro del Miserere, due simboli e capisaldi dell’esistenza di Gianni Mastrangioli.

 

 

 

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