IL COMUNE ACQUISTA ARREDI PER LE MENSE MA SPETTA ALLA DITTA AGGIUDICATARIA

Il nodo vero del ritardo nell’avvio del servizio mensa nelle scuole è legato alla mancanza degli arredi indispensabili per il servizio stesso, che il Comune adesso sta provvedendo ad acquistare. Si tratta di acquisti che spettano però a chi deve svolgere il servizio.”Potrebbe finire sotto la lente di ingrandimento della Corte dei Conti la determina dirigenziale che stabilisce l’acquisto di arredi di supporto alle mense scolastiche”. Lo scrive questa mattina il quotidiano “Il Centro”. Per accelerare la riapertura del servizio e placare la polemica scatenata dalle mamme sui panini e sul pasto che i loro bambini devono consumare a scuola, dal Quarto settore hanno deciso di mettere mano al portafogli e tirare fuori quasi 50mila euro per l’acquisto di carrelli scaldavivande, armadi per il personale addetto alla somministrazione, vasche per il lavaggio e altro ancora. Questo materiale avrebbe dovuto metterlo a disposizione la ditta aggiudicataria dell’appalto. È scritto chiaramente nel capitolato speciale d’appalto che lo stesso Comune ha predisposto quando ha deciso di indire la gara del servizio di refezione nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado di Sulmona. A pagina quattro si legge: “L’appaltatore svolgerà il servizio con dotazione propria di personale, strumenti, attrezzature, arredi, materiali, accessori, prodotti per la pulizia necessari all’ottimale assolvimento dello stesso”. E poi ancora a pagina 9, riguardo alla distribuzione e somministrazione dei pasti il capitolato d’appalto recita: “La Ditta, con proprio personale adeguatamente formato, dovrà somministrare mediante carrelli termici e con la massima igiene i pasti a ciascun utente presso i vari plessi scolastici che fruiscono della mensa, in contenitori e stoviglie igienicamente idonei messi a disposizione dalla medesima ditta ad integrazione di quello già in uso presso le scuole ove esistente”. E il ritardo che si sta registrando per l’avvio del servizio di refezione è dovuto proprio alla mancanza di questo materiale che la ditta che si è aggiudicata l’appalto, si sarebbe rifiutata di acquistare. Gli arredi e i carrelli scaldavivande utilizzati nello scorso anno scolastico per garantire la mensa scolastica erano di proprietà della ditta che si occupava di garantire il servizio. Tutto materiale che la stessa ditta ha provveduto a ritirare dalle scuole quando il servizio mensa è passato ad altri. Come detto si tratta di una spesa che supera i 50 mila euro che renderebbero l’appalto, che bisogna ricordare è di soli tre mesi (100 mila euro al mese fino al 31 dicembre), economicamente fallimentare per la ditta aggiudicataria. Anche se il capitolato d’appalto parla chiaro.