POLIZIOTTO AGGREDITO IN CARCERE OPERATO NELL’OSPEDALE DI SULMONA

Un poliziotto penitenziario di 47 anni originario di Chieti è rimasto ustionato da olio bollente. A lanciarglielo contro un detenuto durante il giro di controllo. La terribile aggressione è avvenuta questa mattina nel carcere di Sulmona nella sezione speciale dove si trovano i detenuti più pericolosi. Durante l’aggressione sono intervenuti a difendere il collega altri due poliziotti penitenziari, anche loro rimasti feriti in maniera più lieve e medicati al pronto soccorso dell’ospedale di Sulmona. Il poliziotto aggredito è stato operato nel reparto Chirurgia dell’ospedale. Dai primi controlli i medici hanno garantito che non ci saranno segni permanenti sul corpo e sul viso. Uno dei feriti ha dichiarato che si tratta di una sconfitta delle istituzioni. Aldo Di Giacomo segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria S.PP, intervenendo sul gravissimo episodio, si è rivolto al nuovo ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, chiedendo “interventi urgenti e straordinari tesi a fermare la mattanza che quotidianamente vede vittime gli agenti di polizia penitenziaria, che svolgono il proprio dovere al servizio dello Stato in strutture che ormai non garantiscono più alcuna sicurezza”. “E’ inaccettabile assistere e subire passivamente all’escalation di violenza che da tempo, grazie alle scellerate scelte politiche poste in campo dal precedente ministro Andrea Orlando e dai vertici dell’amministrazione penitenziaria quotidianamente gli appartenenti al Corpo sono costretti a subire” ha proseguito Di Giacomo. “Chiedo come primo atto concreto, finalizzato a ristabilire la legalità all’interno delle strutture penitenziarie, l’abolizione del “sistema di vigilanza dinamica”, fortemente voluto dal precedente ministro Orlando e dal Governo che egli rappresentava che ha permesso ai delinquenti rinchiusi nelle strutture penitenziarie di avere troppa libertà ed autogestione” ha concluso l’esponente sindacale esprimendo solidarietà ai colleghi coinvolti nell’aggressione e preannunciando azioni clamorose se non ci saranno risposte concrete e immediate sui problemi che anche questa vicenda ripropone all’attenzione delle istituzioni.