CONSIGLIO COMUNALE SU BILANCIO, MAGGIORANZA CON IL FIATO SOSPESO

Sette a sette. Rischia di finire in parità il voto sul bilancio, atteso per mercoledì mattina in aula consiliare. A quel punto la maggioranza civica sarebbe condannata. Da quello che trapela dalle file della maggioranza tutto sarebbe rimesso alle decisioni dei due consiglieri comunali Andrea Ramunno e Deborah D’Amico. Se confermassero il voto di astensione espresso in commissione sarebbero guai seri per la tenuta della coalizione civica che sostiene  il sindaco Annamaria Casini. In queste ore sindaco ed esponenti della maggioranza sono alle prese con il pallottoliere. Passato il ponte festivo, segnato da vertici della maggioranza ad alta tensione e incontri a ripetizione, mercoledì si decide il futuro della maggioranza, scaturita dal voto della primavera di due anni fa. Il pallottoliere è in questo momento in uso a tutti, anche nella minoranza, perché intanto Mauro Tirabassi, consigliere di Alleanza per Sulmona, è passato solo da pochi giorni in minoranza e mercoledì formalizzerà in aula l’abbandono della coalizione civica. Quindi da undici consiglieri la maggioranza ora è a quota dieci. Angelo Amori, vittima di un infortunio, è in malattia. Quindi non potrà in alcun modo partecipare alla seduta consiliare. E la maggioranza è a quota nove. Se Ramunno e D’Amico si astenessero sul piano delle opere pubbliche la maggioranza scenderebbe a quota sette, finendo per pareggiare il suo numero con quella della minoranza, che ora conta su sette consiglieri con l’ingresso di Tirabassi. In queste ore le pressioni più insistenti sono rivolte quindi all’indirizzo del consigliere D’Amico. Infatti, da quel che si sa, Ramunno sarebbe convinto di mantenere in aula il voto di astensione espresso in commissione, per coerenza, considerando che novità sulla richiesta di modifica del piano delle opere pubbliche per adesso non ce ne s0no state e nessuno sa se nel prossimo futuro ci saranno per rivedere il progetto di polo unico scolastico. Grattacapi non di poco conto per il sindaco, tenendo anche conto che il voto sul piano delle opere pubbliche è propedeutico al bilancio. Quindi una bocciatura del piano è fatale per il bilancio stesso.