IL COMITATO MORRONE AL PRESIDENTE MATTARELLA: TORNI IN VALLE PELIGNA

“Signor presidente, torni oggi nei luoghi che ha visitato appena sei mesi fa, a constatare quanto la nostra gioia di aprire gli occhi sulla Valle Peligna ogni mattina sia stata annientata da un disastro che ĆØ stato opera delittuosa, organizzata con accurata strategia, e che potrebbe perpetuarsi nel tempo aggredendo il tessuto sociale e travolgendo le istituzioni”. Il comitato Giustizia per il Morrone, con una lettera inviata al Quirinale, invoca la presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, perchĆ© come massimo rappresentante dello Stato si renda conto di persona di quel che ĆØ accaduto con il rogo del Morrone, dando una testimonianza concreta di vicinanza dello Stato alla cittadinanza peligna. “Invochiamo il suo autorevole intervento, sotto qualsiasi forma lo vorrĆ  realizzare, affinchĆ© le autoritĆ  dello Stato, a tutti i livelli, sappiano operare a tutela dellā€™ambiente e delle risorse naturali del centro-Abruzzo, in seguito allā€™incendio che ha devastato il Monte Morrone dal 19 agosto scorso in poi. Nella sua recente visita per il Bimillenario ovidiano, giungendo a Sulmona in elicottero, ella ha avuto davanti a sĆ© una montagna bellissima, ricca di vegetazione antica e recente, che coronava lā€™eremo nel quale cercĆ² di rifugiarsi Celestino V dopo la sua rinuncia e dopo aver condiviso, da quel monte, le ansie e le speranze del popolo che si recava a fargli visita prima dellā€™ascesa al Soglio – prosegue la lettera –Ā Adesso, di quel verde che Lā€™ha accolta, e che ĆØ stato il risultato di interventi anche centenari di enti e persone di tutti i livelli (compresi i prigionieri austriaci nella prima guerra mondiale), ĆØ rimasto poco e forse un intervento scrupoloso, tempestivo, tecnicamente valido, avrebbe consentito, nelle prime ore dellā€™incendio di salvare migliaia di ettari di bosco, di macchia e tanti animali”. “Signor presidente, cā€™ĆØ stato un ā€œprimaā€ della devastazione: prima che gli inneschi, che il Procuratore della Repubblica ha confermato sono stati trovati, venissero collocati senza che nessuno pattugliasse quella risorsa straordinaria; prima che le fiamme raggiungessero la cima senza che i mezzi di contrasto fossero attivati per tempo; prima che le fiamme viaggiassero in linea orizzontale da Pacentro a Roccacasale senza che nessuno intraprendesse il taglio del bosco per realizzare le linee-tagliafuoco, cui si ĆØ posto mano solo negli ultimi giorni e solo quando il fuoco ha raggiunto il territorio di Pratola Peligna.Ā Signor presidente, anche adesso viviamo in un ā€œprimaā€: perchĆ© si parla di rimboschimento e di bonifica. Per il rimboschimento, a poche ore dalle prime fiamme, si ĆØ pronunciata la Regione Abruzzo, che ha anticipato che sarebbe stato chiesto ed effettuato in deroga alla normativa che impedisce questo tipo di intervento se non siano compiuti cinque anni dallā€™incendio; ma il territorio ha espresso fortemente il suo dissenso.Ā Sentiamo oggi parlare di tavoli tecnici, di bonifiche non meglio definite nei modi e nei costi.Per raccogliere le aspettative degli abitanti della Valle Peligna e non far cadere lā€™oblio su quanto accaduto, ci siamo costituiti nel comitato civico che abbiamo denominato ā€œGiustizia per il Morroneā€ e che oggi conta oltre 1.200 iscritti. Noi intendiamo muovere tutti i passi necessari affinchĆ© le norme di legge siano applicate e non derogate; affinchĆ© le indagini siano approfondite come richiede lā€™accertamento delle responsabilitĆ  per un disastro ambientale senza precedenti in Abruzzo; affinchĆ© gli interventi successivi a tale disastro non costituiscano il presupposto di violazioni di legge che fungano da battistrada per aggregazioni di potere delinquenziale, volte a sfruttare lā€™emergenza per impadronirsi di questa zona dellā€™Abruzzo finora esente da fenomeni di criminalitĆ  organizzata. Invochiamo, pertanto il Suo monito, affinchĆ© ciascuno, per il dovere che deve compiere, si senta osservato e soggetto solo alla legge dello Stato che Ella rappresenta, e si fortifichi nellā€™assolvimento di tale dovere.Torni, dunque: per far sentire la presenza dello Stato; per chiedere a ciascun rappresentante delle Istituzioni quale ĆØ il suo contributo a conservare lā€™Italia come ci ĆØ stata consegnata; sotto altro aspetto, per sorreggere lā€™opera di ciascuna persona di buona volontĆ  perchĆ© non si senta mai sola nellā€™adempiere al proprio dovere”.