IMPRESE, IN 7 ANNI CRESCE LA VALLE DEL SAGITTARIO, MAGLIA NERA PER LA PELIGNA

Nell’ambito del settore economico e commerciale la Valle Peligna è quella che nel centro Abruzzo subisce maggiormente una flessione, con 149 imprese in meno, soprattutto a causa delle pesanti perdite nei settori dell’industria (-109) e del commercio (-97),passando dalle 4.019 del 2008 alle 3.870 del 2014. Nello stesso periodo, in termini percentuali, decresce del 3,71% a fronte di una flessione media a livello nazionale del 3,15%. L’unica a segnare un incremento positivo anche se molto lieve è la Valle del Sagittario (+4),grazie all’aumento delle imprese nei servizi (+13) ,mentre segno meno anche per  la Valle Subequana (-10). Un quadro esposto dal ricercatore Aldo Ronci, secondo i dati nazionali e provinciali delle imprese attive forniti da www.movimprese.it e quelli, relativi ai comuni per le attività economiche, dalla Camera di Commercio dell’Aquila. Ronci spiega che il Territorio Peligno, che si caratterizza per il gran  numero di imprese dedite al commercio (31% verso il 27% nazionale) a dispetto del decremento demografico, ha subito, tra il 2008 e il 2014, una pesante flessione del numero di imprese, flessione che sarebbe stata ancora più grave se non ci fossero stati gli incrementi delle imprese delle attività ricettive (nonostante i decrementi delle presenze turistiche) e di quelle dei servizi; incrementi verificatisi molto probabilmente perché una parte di chi aveva perso il lavoro e di chi non riusciva a trovarlo ha deciso di aprire una partita IVA pensando di trovare un’ancora di salvataggio alla disoccupazione. I dati sulla dinamica delle imprese, quelli occupazionali e quelli demografici confermano lo stato di grave crisi economica e sociale in cui versa il Territorio Peligno; crisi più grave rispetto a quella Abruzzese e ancora più grave rispetto a quella Italiana.

I NUMERI

Il Territorio Peligno registra i più forti decrementi nel commercio (-116) e nell’ industria (-101), seguono le costruzioni (-61) e l’agricoltura (-54), ottengono incrementi significativi i servizi (+94) e le attività ricettive (+89).La Valle Peligna registra importanti decrementi di imprese nel commercio (-109), e nell’industria (-97), decrementi più lievi nelle costruzioni (-49) e nell’agricoltura (-40), incrementi nei servizi (+74) e nelle attività ricettive (+78). In termini percentuali la decrescita è stata determinata dalla notevole flessione dell’ industria (-22,15% contro il -18,58% nazionale), del commercio (-8,35% contro il -2,39% italiano) e delle costruzioni (-8,60% contro il -4,20% nazionale).Le imprese della  Valle del  Sagittario  hanno registrato una flessione nell’ agricoltura (-8), nelle costruzioni (-7) e nell’ industria (-3). Rimangono stabili le imprese del commercio mentre crescono, in misura tale da compensare i decrementi, i servizi (+13) e le attività ricettive (+9).In termini percentuali Il lieve incremento delle imprese è stato fortemente in-fluenzato dal consistente incremento dei servizi (+24,07% contro il+6,50% nazionale).Nella Valle Subequana, hanno subito decrementi le imprese del commercio  (-7), dell’agricoltura (-6) e delle costruzioni (-5).Gli aumenti si sono verificati nei servizi (+7)  e nelle attività ricettive (+2).In valori percentuali il dato più appariscente è stato l’ incremento dei servizi (+30,43% a fronte del 6,50% italiano).Le attività economiche che nel Territorio Peligno hanno una percentuale di imprese superiore a quella media nazionale sono il commercio (31% contro il 27%) e le attività ricettive (10 % a fronte del 7% italiano).La ripartizione percentuale delle imprese tra le attività economiche è di gran lunga diversa nelle Valli del Territorio Peligno.La Valle Peligna si caratterizza per un’alta percentuale di imprese dedite al commercio  31% a fronte del 27% nazionale.La Valle del Sagittario si contraddistingue per un’alta percentuale di imprese che esercitano le attività ricettive 17%  contro il 7% italiano e l’agricoltura 18% verso il 15% italiano.La Valle Subequana, invece, presenta una quota di imprese più alta nel settore delle costruzioni 22% a fronte del 15% nazionale e nel settore agricolo 25% contro 15%.

“Di fronte a questa situazione” afferma Ronci “è d’obbligo tornare di nuovo a riflettere su come mettere in moto il tanto auspicato sviluppo di cui si discute da un quarto di secolo (vedi il Rapporto sullo sviluppo dell’Area Sulmonese redatto dal Censis nel 1991 su incarico della Comunità Montana Peligna). I settori per i quali è possibile e si devono predisporre piani di sviluppo locale sono quelli del turismo, dell’agricoltura e dei prodotti tipici locali che complessivamente, però, esprimono non più del 10% del valore aggiunto e non più del 15% dell’occupazione. Progetti di sviluppo che potranno sicuramente portare benefici e sostegno ma da soli non riusciranno a innescare lo sviluppo dell’economia Peligna. Il vero e autentico problema è come dare alle 4.000 imprese Peligne l’opportunità di accedere all’innovazione (nuovi prodotti, nuovi servizi e nuovi mercati) per renderle competitive. A tal fine, considerato le difficoltà che trovano le imprese (in particolare le micro-imprese), sarebbe opportuno l’intervento della Regione Abruzzo che, per essere importante ed efficace in questo senso, deve orientarsi nella messa a disposizione delle imprese (anche a quelle Peligne) di servizi (evitare una distribuzione di fondi che si limiti ad essere una mera iniezione finanziaria come già avvenuto per i Patti Territoriali ) capaci di attivare innovazioni in quanto, le iniziative già in atto, i poli d’innovazione e le reti d’impresa, toccano solo un numero molto limitato di esse.