UN MUSEO SULLA BANDA INTRODACQUA, AL VIA MOSTRA NELL’ABBAZIA (video)

Una storia lunga oltre duecento anni quella della banda di Introdacqua, peculiarità che caratterizza da sempre il paese stretto tra le montagne, divenuto culla per eccellenza della musica. L’intenzione è quella di realizzare un museo, un auditorium e un laboratorio, come ha annunciato il sindaco di Introdacqua, Giuseppe Giammarco,  nel convegno, che si è tenuto ieri a Sulmona, nella splendida Abbazia di Santo Spirito, in cui, in maniera semplice, è stato ripercorso il passato fino ad approdare al presente con giovani che proseguono la tradizione e il Muntagninjazz Festival che, da otto anni,  contagiando anche i paesi del territorio (nell’edizione 2014 erano nove), ospita grandi nomi del panorama musicale internazionale, continuando a caratterizzare il paese come patria di musica e bandisti. All’interno del complesso monumentale  è stata allestita una mostra (resterà aperta fino al 11 gennaio  dal Lunedi al Venerdi- 9- 13 , Sabato 14.30-18 e Domenica 11-17 ) che racconta i momenti salienti della banda Introdacquese, con cimeli, vecchie fotografie, antichi strumenti che ne ricordano i successi e le evoluzioni, in una contaminazione con il festival, illustrato attraverso immagini e scatti che ripercorrono i momenti salienti delle otto edizioni.  <Abbiamo scelto la realizzazione di un auditorium in un immobile acquistato qualche anno fa attraverso i fondi del Patto territoriale, di creare nel municipio una sala espositiva dove racconteremo la storia della musica e una sala per l’apprendimento della musica, per  preparare il terreno per chi vorrà arrivare ai licei della musica o al conservatorio e, se riusciremo ad avere i fondi Fas, realizzeremo un laboratorio > ha detto il primo cittadino, introducendo i lavori della conferenza, in cui ad offrire disponibilità è stato il presidente della Proloco, Nicola Palmisano, nel suo intervento seguito da Silvana D’Alessandro, funzionario della Soprintendenza Bsae Abruzzo, organizzatrice dell’evento, la quale ha parlato della musica come <eccellenza tutta Introdacquese>, che la soprintendenza, <con il compito di valorizzare oltre che conservare i Beni> ha scelto come tema perchè <risorsa culturale parte della tradizione culturale che deve essere attualizzata>.

Un dibattito che è stato volutamente esportato da Introdacqua <perchè la cultura è di tutti>. Nel descrivere l’emozione che si prova <appena si arriva ad Introdacqua, sentendo le note che arrivano dalle case, dagli allievi che suonano> la D’Alessandro ha rimarcato che <bisogna convincere le istituzioni a difendere il nostro passato, a dare nuovi spazi contribuendo a conservare la tradizione della banda, che deve essere contestualizzata in maniera innovativa, e a dare un futuro alla musica>. Ha plaudito poi il fenomeno del Muntagninjazz Festival, nato, forse non a caso proprio nella patria della musica, dipanandosi e legando il territorio con la musica, fatta di grandi musicisti di fama internazionale. A raccontare la manifestazione che si svolge d’estate, è stato Franco Quaglieri, rappresentante dell’omonima associazione cultura che cura il festival.  

Che la musica ad Introdacqua si imparava fin da bambini, che in ogni famiglia cresceva almeno un musicista, suonatore sensibile e artisticamente raffinato,  che è l’unico paese in cui la banda suona durante i funerali lo ha ricordato Licia Mampieri, studiosa di tradizioni popolari, la quale, riportando anche esempi di via personale, ha ricordato come la banda era stata una forma di occupazione per molti introdacquesi (appannaggio solamente dei maschi fino a pochissimo tempo fa) , soprattutto quando in tempi di fame e miseria, calzolai,barbieri, falegnami, portavano in giro nelle piazze italiane la musica per guadagnare qualche soldo. Concetto rimarcato anche da Feliciano Faiella, presidente del Circolo musicale Banda di Introdacqua, ripercorrendo la storia della banda, che affonda le radici nel 1770, secondo documenti che testimoniano la sua presenza nelle processioni religiose e da allora anche nelle ricorrenze civili. Da un certificato di matrimonio della fine del 1700, si evince che lo sposo affermava di svolgere il mestiere di bandista.prima dell’Unità di Italia, il complesso, sussidiato dal Comune, prestava servizio gratuito nelle celebrazioni, come il genetliaco del re.  Gli anni di massimo splendore sono dal 1920 al 1926, quando ricevette prestigiosi premi e grandi maestri diedero vita a complessi bandistici di rilievo. Faiella ha ricordato la magnifica partecipazione della banda che suonò numerosi pezzi nell film “Signorinella” , diretto da Mario Mattioli, girato a Introdacqua nel 1949.  Negli anni ’30 la banda aveva effettuato tournè a Sanremo, nelle Marche, in Umbria, raggiungendo mete eccelse.Si è soffermato sui numerosi maestri che hanno diretto la banda negli anni il giovane Andrea Ramunno,  componente di una delle due formazioni bandistiche attualmente presenti in paese. Il primo maestro fu Luigi De Benedectis (1891),tra gli insigni che hanno diretto negli anni la banda ci sono Giovanni Mampieri Federico Barcone, Panfilo Susi  1901-11(al quale fu intitolata la scuola di musica in quanto fu il primo ad istituire una scuola), Concezio Di Rienzo, Tolmino Centofanti. E ancora Giuseppe Giammarco, Volpe, Di Bendetto. La musica dei bandisti introdacquesi è volata anche oltreoceano con gli emigranti: Venezuela, Argentina,Usa, Canada. A concludere l’incontro Franco Farias, presidente del Conservatorio di Musica di Pescara, secondo il quale <E’ necessaria una legge regionale, come in altre regioni, a sostegno della banda, che oggi assolve anche un ruolo sociale e non solo di avvicinamento alla musica>.

 

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IL CONVEGNO

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