CAMERATA MUSICALE: UN SUCCESSO LA “CARMEN”, STRAPIENO IL TEATRO DI SULMONA (video)

Ieri sera il Teatro Maria Caniglia di Sulmona è tornato a vivere con atmosfere magiche ed esaltanti, non solo per l’opera che i fortunati spettatori hanno potuto ascoltare ed apprezzare, ma anche per quella leggera e piacevole sensazione, quell’aria di fasto e sogno che solo un teatro colmo, variegato e attento può regalare.

A distanza di un anno dalla felicissima rappresentazione della Boheme di Giacomo Puccini (clicca), il Coro dell’Opera di Parma, diretto dal maestro Emiliano Esposito e l’Orchestra Cantieri d’Arte diretta da Stefano Giaroli, sono tornati ad entusiasmare il pubblico del Teatro Maria Caniglia con la Carmen, la più nota opera di Georges Bizet (1838-1875), nell’ambito della 63esima stagione concertistica della Camerata Musicale Sulmona,  promossa insieme all’Ateneo Internazionale della Lirica di Sulmona.

A precedere l’inizio dello spettacolo francese ci sono state le parole commosse e sentite del maestro Stefano Giaroli, a ricordo dei tragici fatti che hanno sconvolto Parigi e il mondo la sera di venerdì scorso. “Abbiamo avuto il dubbio se andare in scena, ma questo non sarebbe stato giusto” dice il maestro “L’unico modo di omaggiare e ricordare le vittime dei terribili attentati terroristici a Parigi è proprio quello di esibirsi, di guardare avanti. E quale modo migliore se non con l’opera lirica francese più nota, Carmen, la cui prima è avvenuta proprio a Parigi”.

Prima dell’inizio dello spettacolo tutto il Teatro Maria Caniglia in piedi, per un minuto di silenzio, accompagnato dalle note dell’inno nazionale francese, La Marseillaise. Tra il pubblico erano presenti anche Il Presidente della Provincia dell’Aquila, Antonio De Crescentiis, la vicesindaco di Sulmona, Luisa Taglieri e l’assessore alla Cultura, Luciano Marinucci, la consigliera comunale e provinciale, Roberta Salvati.

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IL DRAMMA LIRICO 

E poi il palcoscenico si è aperto con la celeberrima Overture dell’opera di Georges Bizet. Carmen è un opera, in quattro quadri, su libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy è tratta da una novella di Prosper Mérimée del 1845. Il compositore francese collaborò alla stesura del libretto, perfezionando e variando la trama.

Anche se da tempo la Carmen è considerata una delle più belle opere liriche, la prima nel 1875 non piacque agli spettatori parigini ed alla critica. La composizione, a dire di molti, era troppo appesantita di intensità drammatica e passione carnale per piacere al pubblico dell’epoca. L’intreccio della storia poi, venne reputato indecente per la presenza di zingari, contrabbandieri e fuorilegge e per il finale sanguinario ed efferato, da cronaca nera popolare. Anche la melodia non fu apprezzata dagli amanti della tradizione, perché stimata dai critici, troppo “in stile wagneriano”.

Oggi invece, l’opera di Georges Bizet è considerata l’espressione meglio riuscita di quel dramma lirico francese della seconda metà del XIX secolo, dramma che nel giro di pochi anni, stimolò e favorì la creazione del teatro musicale verista prima in Italia e poi nel resto d’Europa.

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LA TRAMA

La trama è la semplice storia di un amore che nasce, cresce e muore in cuori di protagonisti passionali ed irruenti. Don Josè è un giovane brigadiere fidanzato con Micaela, ragazza semplice del suo paese. Jose in realtà è ammaliato da Carmen, sensuale habanera che, subito dopo un loro incontro casuale all’uscita della fabbrica, discute vivacemente con una compagna ferendola. E’ proprio José ad arrestare Carmen e a condurla in prigione, ma la donna riesce a convincerlo a lasciarla evadere. Per avere tradito il suo dovere il brigadiere viene imprigionato. Dopo essere uscito dal carcere, Josè incontra Carmen all’osteria di Lillas Pastia. Lei lo convince a disertare per seguirla, nonostante la giovane donna sia anche molto affascinata dal torero Escamillo, che insieme al comandante Zuniga è uno dei suoi più appassionati corteggiatori. Dopo che il comandante Zuniga esorta il giovane a tornare in caserma, Josè e Carmen, con l’aiuto degli zingari, riescono a fuggire e a nascondersi nelle montagne. La vita nei monti tra i contrabbandieri e i fuorilegge, non è semplice. Josè rimpiange l’esistenza che ha abbandonato, si sente trascurato da Carmen ed è oppresso dalla gelosia per il torero Escamillo. Torna in scena Micaela, che chiede a Josè di rientrare con lei in paese per salutare un ultima volta la madre morente. Il brigadiere parte, non prima di un duello con il rivale Escamillo, che Carmen segue a Siviglia, lasciando definitivamente Josè. Proprio a Siviglia, fuori dall’arena, i due protagonisti si ritrovano: Josè supplica Carmen con passione di tornare con lui. Agli sprezzanti rifiuti di lei, Josè si infuria sempre di più e, in preda ad una crisi di gelosia e disperazione, uccide Carmen con una pugnalata.

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PUBBLICO ENTUSIASTA HA AFFOLLATO IL TEATRO

Il pubblico del Caniglia ha assistito ad un’intensa e passionale rappresentazione che, nonostante la scarna e statica scenografia, vivacizzata dai costumi di scena, ha visto in tutti i suoi attori una partecipazione corale. La teatralità e le abilità recitative del coro e dei singoli protagonisti hanno ben rappresentato le vicende della storia, in modo sempre coinvolgente,raccontando perfettamente le emozioni e le dinamiche nel complesso intreccio di sentimenti che è Carmen.

Gli spettatori attenti hanno apprezzato lo spettacolo nella sua totalità e sono stati generosi di applausi con tutta la compagnia artistica.

Raffinata l’interpretazione dell’intenso e drammatico tenore Alessandro Goldoni, interprete passionale e dolce allo stesso tempo di Don Josè, dal fraseggio forte e passionale. Anche la voluttuosa e bravissima Chiara Chialli, appare musicalmente e teatralmente a perfetto agio nella parte, capace di coinvolgere nel fascino di famose romanze l’intero pubblico.

Non da meno il mezzosoprano Susie Georgiadis nella parte di una ingenua e introversa Micaëla, il forte e seducente basso Massimiliano Cattellani nel suo comandante Zuniga e, in fine, il baritono Marzio Giossi, un Escamillo sfrontato e ardito, pieno di sé.

Il maestro Stefano Giaroli non ha tradito le aspettative del pubblico, dopo il ricordo della Boheme dello scorso anno, dando prova di una fulgente abilità direttoriale: affiorano il timbro drammatico e giocoso dell’opera, l’esaltazione ritmica, la leggerezza formale e le oscure irruzioni della tragicità con cui infine si compiono i destini dei personaggi.

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Ricordando che la musica e l’arte sono un momento è un’occasione unici per vivere al meglio e per migliorare la nostra esistenza, si auspica che il Teatro Maria Caniglia, ma anche il Teatro Cinema Pacifico e ben presto anche l’Auditorium dell’Annunziata, siano sempre così traboccanti di pubblico ed entusiasmo. Ricompensiamo e valorizziamo anche gli eventi meno noti perché spesso sono quelli che ci regalano maggiori sorprese ed emozioni inaspettate ed indimenticabili. Sul palco il direttore artistico della Camerata Musicale Sulmona, Gaetano Di Bacco, e Vittorio Masci hanno annunciato il Concorso internazionale di canto “Maria Caniglia” che si terrà a Dicembre (clicca).

Prossimo appuntamento.

Domenica 22 novembre, ore 17.30 presso il Cinema Teatro Pacifico si esibiranno Franco Mezzena,violino e Stefano Giovazzi, pianoforte.Verranno proposti brani di Ludwig van Beethoven e Maurice Ravel Per informazioni e prenotazioni sull’evento e sull’intera stagione concertistica rivolgersi alla sede dell’associazione in Vico dei Sardi 9 (tel. 0864-212207) oppure visitare il sito www.cameratamusicalesulmonese.it

Lucrezia Daniele

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