INCINTA PERSE BIMBA ALL’OTTAVO MESE, ARCHIVIATO PROCEDIMENTO PENALE PER I DUE MEDICI COINVOLTI

Arriva la sentenza riguardante il tragico caso della morte fetale avvenuta dopo la somministrazione del vaccino trivalente ad una donna incinta. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Sulmona, Alessandra De Marco, ha emesso un decreto di archiviazione del procedimento penale nei confronti dei due medici coinvolti, il ginecologo Gianluca Di Luigi e il medico vaccinatore Alberto Capodacqua.

La vicenda, che ha suscitato grande scalpore, ha come protagonista una donna di 33 anni proveniente da Pratola Peligna, la quale ha subito la perdita della sua bambina all’ottavo mese di gravidanza, esattamente dieci giorni dopo aver ricevuto il vaccino trivalente. La tragedia ha portato la donna a presentare una denuncia, chiedendo al giudice di acquisire il rapporto sui vaccini Aifa 2021 e di incaricare uno specialista di malattie infettive per un’analisi approfondita al fine di accertare se vi fosse un nesso causale tra il parto prematuro e l’infiammazione delle membrane fetali riscontrate nell’esame necrologico della placenta. Inoltre, le indagini si sono svolte per stabilire se una cura antibiotica avrebbe potuto evitare la morte del feto e in quali circostanze.

La Procura, tuttavia, ha chiesto l’archiviazione del caso per i due medici indagati, basandosi sulle conclusioni dei periti di parte, i quali hanno confermato che il ginecologo aveva raccomandato la vaccinazione contro la pertosse conformemente alle linee guida ministeriali, mentre il medico vaccinatore aveva eseguito il vaccino secondo quanto previsto dalle stesse direttive. Inoltre, il Pubblico Ministero ha sottolineato che non vi sono controindicazioni per l’uso del vaccino anche nell’ottavo mese di gravidanza, poiché è composto dagli stessi componenti utilizzati per il tetano, la difterite e la pertosse.

Il giudice De Marco ha accolto le richieste della Procura, dichiarando la conclusione del caso. Nella sua ordinanza, ha sottolineato che i dati statistici non escludono affatto l’opportunità di somministrare il vaccino alle donne in stato di gravidanza, anzi, tale pratica è considerata consigliabile secondo le moderne prassi mediche.

Con questa decisione, si è messo un punto finale su una vicenda dolorosa e controversa, lasciando spazio alle conclusioni della scienza e della medicina per comprendere e affrontare le sfide legate alla salute materna e neonatale.

Domenico Verlingieri