QUANDO IL NEMICO È IL TUO ALLEATO

di Massimo Di Paolo – In Italia la dignità della politica sta subendo colpi violenti con ripercussioni sulle piccole realtà locali che, di fatto, subiscono effetti rebound con forme di impoverimento e stagnazione del cambiamento locale. Gli Inglesi, ci ricorda Giannini su Repubblica, si chiedono: heating or eating? “Scaldarsi o mangiare”, noi a Sulmona potremmo parafrasare: dialogare o amministrare? Nella condizione politica sulmonese sembra che la prima abbia preso casa, ma sappiamo che si può dialogare in modo esplicito o tacito, si può mentire o tergiversare, si può dire una cosa su un piano e negarla sull’altro. Attingendo dalla Commedia dell’Arte viene in mente Arlecchino che dice e disdice, mente, nega, si rivolta: tradisce. Trasformismo. In veritàe so che tutti lo ricordano, è iniziata subito la fase del trasformismo nella politica nostra ed è andata in crescendo fino all’ultimo Consiglio comunale. Il Partito Democratico a Sulmona, è ormai in balia degli ideali persi, impoverito nel dibattito, nell’offerta e nellazione politica, tranne che per il mantenimento di posizioni a tutela di interessi e obiettivi non certo di grande respiro d’altronde: Bari come Torino testimoniano cosa è diventata l’organizzazione del Pd centrata sui capibastone. La lettura attenta dell’ultimo bilancio approvato potrebbe essere materiale per un seminario di contro-sinistra. Il Movimento 5Stelle, dopo lo shock elettorale regionale, dovrebbe rivedersi, ma le ultime scelte a Sulmona sono apparse opportunistiche e comuni ai più, ben lontane da posizioni alternative che si sperava attecchissero nel substrato sulmonese. Buttata la spugna: noi restiamo! La politica coartata in un progetto ormai povero e singhiozzante, nato con la strategia del capro espiatorio, del nemico da uccidere: Gerosolimo portatore del male, Civismo acefalo”. Non è una critica a cui gli strilloni da tastiera devono alzare lo scudo e la spada, è una triste realtà che, al quasi compimento del terzo anno, appare visibile a tutti. Sempre gli strilloni promuovevano: se esce il segretario del PD giunta da azzerare in toto e nuova formazione tecnica (con chi? Indichiamo noi si diceva). Italia Viva: consulente esterno. Gli apparati della comunicazione sempre impegnati a reggere quel poco che c’è e che si fa mantenendo vivo l’aura su una identità ormai divenuta nervo scoperto. L’ultimo Consiglio Comunale porta la sintesi. Due Civici reggono l’Amministrazione; paradossalmente al Cogesa si procede ad assumere avvolti da un silenzio tombale; alla votazione del bilancio l’opposizione si dissolve con assenze a cui si fa fatica credere. Il nuovo amministratore di Cogesa, new entryma già uomo rodato e garante. Non so perché ma viene spontaneo pensare ad Arlecchino servo di due padroni. La scena è delle più surreali e tutto fa tornare in mente un apparato di accordi, appoggi, sveltine e mediazioni che rendono quattro indizi una prova.

Prima di risolvere i problemi occorre capirli. Tre riflessioni: chi ha faccende da risolvere o controllare non può stare in opposizione. La vicinanza e soprattutto lo scambio con il potere è indispensabile per nutrire il sottobosco utile. I partiti familistici sono strategici per il controllo delle amministrazioni e di eventuali interessi di ritorno (pensate a un esproprio, alla destinazione di un terreno, a una impostazione e gestione di gare di appalto, all’assegnazione di un servizio ecc.). Chi fa del revisionismo il proprio motto in campagna elettorale e nei propri statuti, prima di approvare un bilancio, dovrebbe chiedere di votare un protocollo di trasparenza e di metodo, se non la stesura di un codice etico ricordando il giudice Di Pietro. C’è un’altra riflessione e un’altra realtà: sembra che Sulmona abbia una vocazione primigenia ad avere amministrazioni ambivalenti che si incuneano tra la nobiltà storica della Città e la miseria di ritorno.

3 thoughts on “QUANDO IL NEMICO È IL TUO ALLEATO

  • I politici e amministratori possono solo dialogare poiché non sono in grado di assumersi alcuna responsabilità.
    In questo ambiente surreale poco può funzionare o essere deciso.
    Fate fare a chi può e vorrebbe.

    Risposta
  • Personalmente penso che la realtà attuale, diversa da quella di ieri, sia condizionata dal risultato delle ultime elezioni. Credo che in molti comincino a chiedersi se non sia il caso di fermare il treno. Gli obiettivi sembrano irraggiungibili o quantomeno molto lontani. I mezzi per raggiungere le destinazioni promesse non sembrano efficaci e spesso indisponibili. Date le condizioni attuali credo che molti si domandino cosa sia meglio. La domanda sarebbe legittima.

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