APPALTI ALL’AQUILA, FINA PRESENTA INTERROGAZIONE SULLA GESTIONE DI FRATELLI D’ITALIA

Il senatore del Pd, Michele Fina, ha commentato la relazione dell’Autorità nazionale anticorruzione sugli appalti pubblici all’Aquila, feudo di Fratelli d’Italia dal 2017, definendola “preoccupante”. La gestione dei lavori pubblici è sotto il mirino della Corte dei conti e dell’Anac.

Il senatore Fina si è detto pronto a presentare un’interrogazione parlamentare in merito ai contenuti della relazione dell’Autorità nazionale anticorruzione sui lavori pubblici nel Comune dell’Aquila dal 2020 al 2022. “Le considerazioni dell’Anac sulla gestione dei lavori pubblici da parte del Comune dell’Aquila sono molto più che preoccupanti”, ha detto il senatore in occasione di una conferenza stampa all’Aquila in cui ha presentato i dati di fine anno sull’attività parlamentare, “tra le altre cose, emerge che solo il 3,5 per cento degli appalti è stato affidato con gare ad evidenza pubblica, e la grande maggioranza attraverso affidamenti diretti. Vogliamo mantenere tutta l’attenzione possibile sulla vicenda”. Nel corso della conferenza stampa sono state fornite le cifre che riassumono l’attività parlamentare di Fina. Ha presentato tra le altre cose sette disegni di legge e 31 interrogazioni da primo firmatario, intervenendo oltre 40 volte tra aula e commissione. Il senatore ha presentato i dati di fine anno con la convinzione che “rendicontare sia serio, serve alla cittadinanza per verificare il lavoro svolto”. L’impegno di questa fase è sulla manovra, su cui ha depositato diversi emendamenti, tutti bocciati dal governo e dalla maggioranza: l’abrogazione delle norme sul dimensionamento scolastico; il risarcimento delle vittime dei terremoti; sul superbonus la proposta di Fina era di prorogare i lavori nei condomini al 31 dicembre 2024 con Sal pari al 30 per cento; sui tribunali di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto di prorogarne il funzionamento al 2027 e disporre l’obbligo di integrare le piante organiche in modo da consentire al Parlamento di approvare la riforma definitiva per superare la chiusura delle quattro sedi giudiziarie.