DELIRIO UNIVERSALE

Il delirio universale: i biscotti alla nutella e il film di Zalone. Potrei anche chiudere qui il pezzo senza andare avanti, dato che lā€™attacco (in gergo giornalistico), da solo, darebbe la pennellata esaustiva della condizione di una gran bella fetta degli attuali comuni mortali dā€™Italia, negli ultimi mesi da un anno allā€™altro. Da naviganti aggrappati al fenicottero rosa, il gonfiabile famosissimo su navi e per mari nelle recenti estati, ci si desta dā€™improvviso pronti allā€™assalto ai forni, con lā€™ansiosa smania di dover stare al passo delle mode. Nulla di nuovo sotto il sole dā€™inverno. RazzƬa di biscotti, introvabili giĆ  a un mese dal lancio sul mercato, e assalto ai botteghini perĀ  ā€œTolo Toloā€. Lungi da voler essere tra i soliti tristoni, di quelli che vanno sempre in ā€œdirezione ostinata e contrariaā€, i bastiancontrari che invidiano piĆ¹ il coraggio di Jack Frusciante uscito dal gruppo che il successo moderno stile Ferragni. Ā Ma ĆØ Ā lā€™argomento del giorno a dettare legge. E viene in menteĀ  Manzoni che nei Promessi Sposi scriveva: ā€œil buon senso cā€™era, ma se ne stava nascosto per paura del senso comuneā€. Richiestissimi e ricercatissimi i biscotti ripieni della crema alla nocciola piĆ¹ famosa del mondo, andati via piĆ¹ del pane: a fiducia, sicuramente farebbero impazzire anche noi, cresciuti a pizzelle e nutella (dolci tipici abruzzesi, dette anche ferratelle, gnevole, neole, nevole o cancellate, a seconda delle zone dā€™Abruzzo).Ā  Lungi dal recensire il film piĆ¹ visto in Italia al momento, dato che non abbiamo avuto ancora il piacere di sgomitare nei pullulanti botteghini sotto Epifania. Suonerebbe un poā€™ come ā€œtanto peā€™parlĆ ā€ giudicare se sia bello o brutto un film che ha battuto ogni record: ha funzionato e basta. Piace e incassa. E divide. Diverte o no? Ma Ā Zalone ĆØ di destra o di sinistra? Eā€™ il tormentone Ā che impazza in questi giorni anche sui quotidiani italiani. ā€œIlTempo.itā€ lancia pure il <vota qui>, in virtĆ¹ del fatto che il Checco nazionale divide il politico e il pubblico. Ognuno lo legge a suo modo, anche se suscita qualche perplessitĆ  lā€™orda di barbari che prima si scanna sui social per giorni, per un videoclip allā€™uscita del film, e poi corre ad affollare le sale. Osso conteso: lā€™immigrazione. Per il ā€œCorriere della Seraā€ la chiave del successo ĆØ la poliedricitĆ  di Luca Medici, in arte Zalone, e il fatto cheĀ  ā€œsa essere sgradevole con tuttiā€ e rifiuta gli schemi ideologici. SarĆ  anche da plaudire la genialitĆ  e lā€™originalitĆ , ma non si puĆ² pensare di associare Zalone-Rivoluzione. Eā€™ solo assonanza. Ā Lā€™impressione, poi, ĆØ che allā€™uomo medio, infondo, piaccia piĆ¹ postare poi sui social la frase del momento allā€™uscita della sala cinematografica, in stile cultura da vetrinetta, che godersi il film per un personale senso critico (secondo lā€™etimologia greca del termine: giudizio).Ā  Delirio universale. E la Nutella ĆØ di destra o di sinistra? E lā€™odio ĆØ di destra o di sinistra? CiĆ² che colpisce e stupisce ancora ĆØ lā€™italietta che non riesce proprio a scrollarsi di dosso quella manƬa (ai limiti della patologia) dello schematismo ideologico a tutti i costi o dellā€™incasellamento a destra o sinistra: un tormentone anacronistico e forse ridicolo, che continua a dividere. Eā€™ dā€™obbligo tirare fuori ā€œDestra ā€“ Sinistraā€, la canzone piĆ¹ popolare e profetica di Gaber, visionario e anticipatore dei tempi. Pubblicata nel 1994 e oggi straordinariamente attuale, disegnava la situazione culturale e politica di un Paese, che si sarebbe, in futuro, infilato nel caos perdendo, appunto, lā€™identitĆ  dei due schieramenti politici. ā€œMa cosā€™ĆØ la destra cosā€™ĆØ la sinistraā€¦Lā€™ideologia malgrado tutto credo ancora che ci sia ĆØ il continuare ad affermare un pensiero e il suo perchĆ© con la scusa di un contrasto che non cā€™ĆØā€. Non fa una piega. Delirio universale che sguscia via dalla presa di coscienza come saponetta tra le mani, in una societĆ  che si divide pure su Zalone e riesce a far perdere la pazienza anche al Papa. Come se ne esce? Con la cultura, lo studio e il lavoro. Una soluzione che saltava fuori giĆ  da una favola di fine ottocento come Pinocchio(annoverata dal Croce tra le grandi opere della letteratura italiana), che a rintracciarla oggi, nellā€™ennesimo rifacimento cinematografico, risuona come tamburo rullante alla ghigliottina del boia: unā€™idea da rĆØvolution. Niente delirio universale per il Ā film di Matteo Garrone, ma comunque primo al botteghino a Santo Stefano: colpisce come lā€™ingenuitĆ  e lā€™insolenza di un ragazzino rispecchino gli errori in cui continuiamo a perseverare, non affidandoci alla storia e al sapere, sperduti tra i vari gatto e volpe, scansando il grillo parlante e supplicando la fatina per un aiutino. Come dire: passano i secoli, ma lā€™umanitĆ  ancora non impara niente dal passato. Altro che ciceroniana historia magistra vitae. E il delirio continua.

Giuliana Susi