SCIVOLO’ SUL PAVIMENTO DEI PORTICI FRATTURANDOSI UN POLSO, DONNA SARA’ RISARCITA DAL COMUNE

Il Comune di Sulmona dovrà risarcire una donna con 16mila euro i danni e le spese per tutti i gradi di giudizio affrontati, per una caduta avvenuta sul pavimento dei portici di via De Nino. La Corte d’Appello dell’Aquila, con questa pronuncia, ha ribaltato una decisione del Tribunale di Sulmona in tema di danni riportati da un passante lungo i portici di Via De Nino. La caduta fu provocata dalla pavimentazione scivolosa dei portici. La mattina del 18 agosto 2011, intorno alle 7,30, la donna finì per terra mentre percorreva i portici, dove non si trovava nessuna segnalazione delle operazioni di lavaggio che una ditta incaricata dal Comune di Sulmona aveva appena eseguito. Ne erano derivate varie lesioni, tra le quali la “frattura scomposta del polso destro”. Dopo un primo periodo di cure e prima di affrontare complesse terapie, la donna denunciò il fatto al Tribunale per un accertamento tecnico preventivo, che il giudice affidò al medico legale Ildo Polidoro; questi ritenne che i postumi invalidanti fossero del 6%. Nel successivo giudizio di merito sono stati ascoltati alcuni testimoni che avevano visto la donna “letteralmente volare all’altezza del tabaccaio” e averla “sentita urlare per il dolore dopo la caduta”, rimasta dolorante a terra e uno in particolare riferì di aver evitato di scivolare anch’egli per le condizioni della pavimentazione. Ma il Tribunale, con una stringata sentenza del 2016, ha ritenuto che “la scivolosità del pavimento per la presenza di acqua debba essere considerata quale fattore, probabilmente riconducibile alla condotta di terzi e, in ogni caso, imprevedibile ed inevitabile, e come tale idoneo ad integrare gli estremi del caso fortuito”; da qui il rigetto della domanda e la condanna della donna a pagare le spese di causa. Con la citazione in appello la donna, assistita dall’avvocato Vincenzo Colaiacovo, ricostruiva in termini giuridici più precisi l’intera vicenda e la Corte d’Appello, depositando una sentenza di ben quindici pagine, redatta dal consigliere Francesco Filocamo, ha ripercorso l’iter della responsabilità degli enti pubblici per le cose in custodia (quindi anche di strade e luoghi accessibili al transito), riprendendo anche un recentissimo indirizzo della Corte di Cassazione con una sentenza di quest’anno, ha condannato il Comune a risarcire il danno in misura di circa 16mila euro e a pagare le spese di tutti i gradi di giudizio: “E’ del tutto evidente, per le ragioni esposte nell’atto di appello al quale può farsi rinvio, che i dipendenti del Consorzio che effettuarono il lavaggio dei portici non possono qualificarsi terzi rispetto al Comune su incarico e nell’interesse del quale operavano” scrivono ancora i giudici del Collegio presieduto da Giuseppe Iannaccone. Una sentenza che avrà conseguenze di grande rilievo per le molte cause che pendono tra utenti della strada e Comune, tanto davanti al Giudice di Pace che davanti al Tribunale di Sulmona, che negli ultimi tempi hanno travisato i concetti di responsabilità da cose in custodia (e vari utenti, dopo aver pagato le spese di causa, non hanno avuto la forza di proporre appello o ricorso per cassazione).