HA RISCHIATO DI PARTORIRE IN AUTO, IL RACCONTO DI UNA GIOVANE NEOMAMMA

Le doglie improvvise, i forti dolori e la corsa nel cuore della notte da Palena all’ospedale di Vasto per far nascere la piccola Maia, poi la rapida decisione di deviare e correre nel punto nascita di Sulmona, perché più vicino, dove la giovane mamma ha partorito appena arrivata. “Se con mio marito non avessimo deciso di raggiungere l’ospedale di Sulmona, mia figlia sarebbe nata sicuramente in auto, con tutti i rischi che ne potevano conseguire”. A raccontare la brutta avventura del rischioso parto d’urgenza, (uno dei due avvenuti in due giorni che “vietano” la chiusura del punto nascita –clicca) fortunatamente a lieto fine, è Alexandra, la neomamma, 25ennedi Palena. E’ felice, mentre guarda e coccola la sua piccina insieme al marito Antonio nel reparto di pediatria del nosocomio peligno. In quel presidio ospedaliero in cui il punto nascita, secondo il cronoprogramma della Asl 1, chiuderà il 31 ottobre prossimo. Alexandra tra poco tornerà a casa con la sua piccola, a Palena. “Ringrazio il cielo che tutto si sia concluso nel migliore dei modi”, afferma la giovane madre “devo ringraziare mio marito che nei momenti cruciali e durante tutto il viaggio che sembrava interminabile fino all’ospedale, non ha perso mai la calma dandomi continuamente quel sostegno morale di cui avevo bisogno in quei drammatici momenti”.  Lavora di notte Antonio, nel forno di Palena. Quella mattina, martedi, “era uscito di casa  alle 3 e un quarto mentre io dormivo tranquilla. Sarebbe dovuto tornare dopo qualche ora per accompagnarmi all’ospedale di Vasto dove nel pomeriggio avevamo appuntamento con il ginecologo  per i controlli e il tracciato per vedere se tutto procedeva bene”, racconta Alexandra. “Il tempo scadeva proprio martedì”. Ma verso le quattro sono cominciati i dolori. “Non erano gli stessi di sempre e ho chiamato subito mio marito che dopo una ventina di minuti era già a casa” continua la giovane. “Ero preoccupata e mi sono preparata per partire per Vasto. Sapevamo che per arrivarci avremmo impiegato più di un’ora e mezza. All’uscita del paese, però, ho capito che non avrei mai fatto in tempo ad arrivare a destinazione. Troppo forti i dolori, così abbiamo deciso di svoltare verso Sulmona e dopo mezz’ora eravamo già in ospedale. Di corsa in sala travaglio dove l’ostetrica e la dottoressa di turno mi hanno confermato che ero pronta per partorire e che la bambina stava per nascere”. Un parto spontaneo avvenuto di lì a poco, che ha consentito alla piccola Maia di venire al mondo in piena sicurezza sotto gli occhi lucidi e felici di mamma e papà.  “L’ho riempita di baci ringraziando i medici perché tutto si era concluso nel migliore dei modi. Ma soprattutto  mio marito che martedì notte, al posto del pane, ha saputo sfornare una bellissima “pagnotta” di 3,365 chilogrammi”.Poco dopo, nello stesso reparto, è nato un altro bambino, anche lui in piena emergenza, dopo che la madre diversamente abile, originaria di Castel di Sangro, diretta all’ospedale di Pescara dove aveva programmato il parto cesareo, aveva dovuto interrompere il viaggio e fermarsi a Sulmona per l’improvvisa rottura delle acque. “Due casi in poche ore che hanno evidenziato l’importanza e l’assoluta necessità del punto nascita di Sulmona”, ha commentato Berta Gambina ostetrica e rappresentante sindacale di categoria, che torna a ribadire l’estrema necessità per un territorio vasto come il centro Abruzzo di non sopprimere il reparto Maternità dell’ospedale di Sulmona. Secondo il cronoprogramma della Asl 1 il reparto di ginecologia e di pediatria di Sulmona dovrebbe chiudere il 31 ottobre prossimo, nonostante non siano stati ancora attivati i servizi di emergenza che consentano sicurezza per mamme e neonati. Sicurezza che, nonostante le due ultime emergenze sostenute con grande professionalità da medici e infermieri, mancherebbe anche nel reparto di ostetricia peligno, come sottolineato dalla stessa divisione ospedaliera, sottolineando la carenza di personale, di strutture e tecnologie.

 

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