“DAL TSA AL TSA”, IL LIBRO SUL TEATRO STABILE ABRUZZESE APPRODA A SULMONA

“Una meravigliosa sfida tutta abruzzese”. E’ cosi che il sulmonese Andrea Iannamorelli, autore del volume “Dal Tsa al Tsa” definisce il suo lavoro. Dopo il debutto nel capoluogo adriaticoĀ (CLICCA) il libro, edito da Tracce, che racconta la fase originaria del Teatro stabile d’Abruzzo, approda anche a Sulmona, pronto per essere presentato al pubblico venerdi 10 gennaio alle 16,30 nell’auditorium dell’Agenzia per la promozione culturale. Un volume scritto in occasione del cinquantenario, da poco celebrato, della fondazione dell’importante istituzione, il 28 ottobre 1963, dedicato alla memoria dello scomparso fondatore Luciano Fabiani. Tra le pagine Iannamorelli immortala le vicende salienti, tra opere messe in scena, i registi e i protagonisti che sono passati su quel prestigioso palcoscenico, dal 1963 al 1991 quando, con una legge regionale, il Teatro Stabile Aquilano diveniva Teatro Stabile Abruzzese (ecco, infatti, il titolo:ā€Dal TSA al TSAā€). Un’opera dal taglio scientifico realizzata con la testiminanza di illustri personaggi di cultura attraverso intervioste televisive e radiofoniche che l’autore realizzĆ² per conto della rai regionale tra il 76 e l’83. (da Nicola Ciarletta a Raffaele Colapietra, Domenico Manna, Mario Santucci, Gabriele Orsini, Mario Pomilio e poi, Antonio Calenda, Luciano Fabiani, Errico Centofanti, Peppino Giampaola, Claudio Santini, Enzo Gentile)

“Riprendere in mano questo materiale, a trentā€™anni di distanza, dopo il terremoto del 6 aprile del 2009, mi ha provocato una sensazione strana: direi un senso di timidezza misto ad una sorta di rispetto” si legge nella quarta di copertina “SƬ, la sensazione che i giovani di una volta avvertivano al cospetto degli adulti autorevoli; sensazioni oggi sconosciute e, forse, inapprezzabili. Tuttavia la riflessione piĆ¹ immediata che mi ĆØ venuta ĆØ:ā€comā€™era povero, ma grande, lā€™Abruzzo di trentā€™anni fa!ā€œā€¦ā€¦.io, oggi, a ā€œrileggereā€ gli avvenimenti e le persone di quegli anni, sono nella condizione consapevole di dire: quantā€™ĆØ ā€œpiccinoā€, oggi, lā€™Abruzzo in cui vivo! ā€œNon produciamo piĆ¹ grandi progetti, anche piĆ¹ grandi di noi, come nel caso della grande invenzione di un ā€œTeatro Stabileā€, lƬ dove non esistevano le condizioni strutturali minime per farlo esistereā€