I FANTASMI SULLE DIMISSIONI

di Massimo Di Paolo – Se anche la stampa di regime non riesce a nascondere il sussulto per le vicende che, piĆ¹ o meno tacitamente, hanno creato le premesse alle dimissioni dellā€™Assessore Elio Accardo, la cosa va osservata con attenzione ricucendo premesse, fatti e significati. Certo ĆØ che non si puĆ² credere alle semplificazioni che alcune parti stanno mettendo in campo. O alla violenta banalizzazione ā€œlunedƬ sarĆ  tutto fattoā€ ci sarĆ  il nuovo assessore. Violenta per il processo di negazione verso chi si era reso disponibile; violenta per il mancato riconoscimento di un fallimento che, come in ogni crisi di coppia, va perlomeno condiviso; violenta perchĆØ esprime in modo chiaro chi si ĆØ, ed il valore che si dĆ  alle persone come a dire: tu o un altro per me ĆØ uguale. Se anche la stampa di regime trova il coraggio e la correttezza di fare appunti e attribuzioni di criticitĆ  e di limiti allā€™attuale Amministrazione la cosa ĆØ seria: traboccante, non piĆ¹ contenibile.

La fatidica cena, start up degli eventi accaduti, sembra piĆ¹ appartenere alle pagine di Alexandre Dumas: Dā€™Artagnan, colto nellā€™onore e incazzato nero, tira fendenti a furor di sciabola. Ā Nella realtĆ  non si ĆØ trattato di una semplice lite nellā€™orto. Altri i significati e i motivi. La festa di Pasqua e le lodi al successo era brina sulla lava o se preferite zucchero a velo. Altra polvere cā€™era sotto il tappeto. Altri i fantasmi (tenuti elegantemente riservati) che danno significato alle dimissioni di Accardo. Innanzitutto lo scontro tra due sistemi di lavoro. Uno, impiegatizio, infarcito di chiacchiere, colpevolizzazioni, capri espiatori, rinvii e una perenne brezza diffamatoria verso il pensiero critico (di chi osa esprimersi). Lā€™altro manageriale; che funziona per obiettivi, percostruzione; fatto anche di impetuositĆ , di operativitĆ , di approccio sistemico. Non ĆØ cosa banale. ƈ come lo scontro di placche tettoniche che finchĆ© scorrono creano tensioni ma se impattano creano violenza tellurica. Due metodi: il primo, nutrito dai costumi della vecchia politica, trova facile casa nelle stanze comunali; il secondo, di altra natura e formazione, a Sulmona fa una drammatica fatica ad essere assorbito nelle prassi amministrative e direi anche in quelle politiche. Poi ci sono gli stili personali e di leadership. Il benessere ed il successo di una comunitĆ  non nasce dal primus ma semmai dal primus inter pares. E, in una giunta cosiddetta tecnica, nasce dal gruppo dirigente che ha competenza. Se il vezzo personale ĆØ condizionato dalla visibilitĆ , paviditĆ  e controllo, entrano in uso la negazione, la mancanza di riconoscimento e di condivisione di ruoli e funzioni, la paura dellā€™autonomia del lavoro altrui e i valori dei nuovi approcci vengono sabotati. E Dā€™Artagnan giustamente si incazza!

Mimmo Di Benedetto, Franco Casciani e Claudio Febbo

Veniamo alla condizione politica di contesto. Parafrasando Eugenio Scalfari la robustezza della condizione politica a Sulmona ĆØ pari a quella del vetro soffiato. Lā€™opposizione non ha nerbo per una mancanza di coesione dovuta anche al gruppo di Fratelli di Italia che non esprime il ruolo come dovrebbe mantenendosiĀ ai margini ma, di fatto, dando ossigeno a Ezio. Non puĆ² farlo perchĆ© non ĆØ pronta ad affrontare una campagna elettorale sapendo che i civici muoverebbero con facilitĆ  le truppe corazzate. Ma ĆØ una condizione che non potrĆ  essere mantenuta ancora per molto tempo, ormai il coltello ĆØ arrivato allā€™osso. PiĆ¹ complessa la condizione del Pd. Il partito ĆØ diventato un affare di famiglia con i capi bastone che tengono la posizione, pur sapendo che il progetto ĆØ fallito. Certo ĆØ che tra appalto mensa, caserma dei Vigili del Fuoco, rimpasti ambivalenti, dimissioni che gridano ā€œvindica te tibiā€ sii padrone di te stesso, cā€™ĆØ odore di palude tuttā€™intorno.

8 thoughts on “I FANTASMI SULLE DIMISSIONI

  • L’articolo pone questioni che meritano un approfondimento anche per rendere grazie a chi l’ha concepito. Che il manager Accardo non avesse i requisiti per fare l’assessore mi sembra una contestazione al limite del puerile. Basta riprendere le parole utilizzate per descrivere le sue competenze in fase di delega da parte di chi l’ha assunto. Cosa diversa a mio avviso sono le cause che hanno portato alle sue dimissioni, ed anche su questo eviterei di soffermarmi. Quello che forse potrebbe essere utile in questa fase ĆØ fare il punto sul contesto politico all’esito delle elezioni e se questo possa essere foriero di esiti positivi per l’amministrazione comunale e per il ruolo che dovrebbe caratterizzarla nella relazione con il territorio. A me sembrano evidenti le difficoltĆ  di raggiungere un qualche indicatore di performance positivo da parte dell’amministrazione anche in direzione prospettica. Penso che sia un dovere delle persone responsabili quello di analizzare il contesto e dirci chiaramente se ci sono le condizioni concrete di efficacia amministrativa e con quali risorse. Altrimenti mi chiedo a che pro?

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  • Alle sue evidenze affianco le mie.
    Le confermo che seguo con assiduitĆ  la vostra testata e gli stessi articoli con interesse e coscienziositĆ .
    Contraccambio il saluto.

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  • sicuramente una persona con grandi potenzialitĆ  e talento, ma c’ĆØ un piccolo problema che vedo nessuno rileva.. essere manager in una societĆ  verticistica ti permette di comandare e dare ordini, e anche di farli eseguireā€¦ la politica, la democrazia ĆØ altra cosaā€¦ altrimenti non sarebbe taleā€¦ la democrazia , soprattutto in questo momento dove non esistono piĆ¹ i partiti, e dove ognuno puĆ² fare una propria lista, farsi eleggere, e magari arrivare al potere, quindi una situazione quasi di liquefazione della politica, (non giudico se ĆØ un bene o un male, ma ĆØ un dato di fatto), deve dar conto a tutte le voci, anche le piĆ¹ scomode, e vivere di continui compromessiā€¦ il capo al vertice in democrazia non esisteā€¦ ora lā€™obiezione ĆØ, che cosƬ tutto va a rilento, e magari delle decisioni importanti e serie, finiscono per essere svilite, ma ĆØ proprio questo che prevede un rapporto democratico tra tutte le persone, si da voce a tutti, e si cerca il miglior compromesso.. Io naturalmente non conosco il sig Accardo, che sicuramente ĆØ una persona rispettabilissima, e sicuramente ĆØ al di fuori di tutta questa mia ipotesi, sto solo rispondendo a coloro che pensano che lā€™organizzazione di un azienda possa essere emulata da un organizzazione democratica.

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  • E le puzze della discarica Cogesa continuano, ora pure di plastica bruciata !!
    Ma la puzza di mala politica e informazione non scherza !!

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  • Dove non arriva la stampa di regime, arriva la “violenta” RIMOZIONE dei commenti da parte della testata giornalistica.
    E non lo fa con la cancellazione del commento sostituendola con la motivazione, ma con la cancellazione totale, per non lasciarne traccia piĆ¹ che memoria, mandando tutto nell’oblio di chi contesta e il riferimento e al mio commento nell’articolo “UNA SETTIMANA DI VERTIGINI”, di cui ovviamente la mia di parola contrapposta alla testata.

    E parafrasare per parafrasare: ā€œItalia, popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, di navigatori, trasmigratori e CENSORI A COMANDOā€, ma non demordo nella Redenzione del Signore Censore nel pentimento e ripristino del commento e non la cancellazione “anche di questo”.

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    • Noi sulla nostra testata giornalistica non pubblichiamo commenti dove si offendono e denigrano persone. Accettiamo riflessioni, suggerimenti e critiche anche aspre sui contenuti e nel merito degli articoli come abbiamo sempre fatto anche con i suoi interventi. Se vuole offendere e denigrare le persone puĆ² farlo benissimo su qualche altra testataā€¦

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      • Apprezzo da parte vostra l’ammissione della censura del commento ma non il metodo da repulisti adottato, che come fatto ora, poteva essere inserito in sostituzione del rimosso contenuto del commento ritenuto ingiurioso.
        Motivazioni che rispedisco al mittente che nego essere ingiuriose, bensƬ una fedele rappresentazione dello “stratificato spaccato politico cittadino” negli eventi finali della Settimana Santa.
        Questo per correttezza di informazione dovuta ai lettori, che forse come voi, ne avevano letto il commento e che ne potevano valutare al momento la coerenza del “verdetto” applicato.
        Questione di teste e di diverso pensiero.

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        • Potevamo lasciare il suo commento in coda al pezzo e nello stesso tempo rivolgerci alla magistratura denunciandola per diffamazione. Ma, questo comportamento non ĆØ parte di chi scrive su questa testata e soprattutto di chi dirige questa testata. Non abbiamo lā€™abitudine di denunciare chi scambia la giusta critica e le sani osservazioni con il diritto di offendere i giornalisti e il loro lavoro. Lo fanno altri non noi. Motivo che mi spinge a ribadirle lā€™invito a postare i suoi commenti denigratori e offensivi su qualche altra testata sicuramente a lei piĆ¹ gradita.Buona giornata.

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