ABRUZZO 2024

di Massimo Di PaoloE alla fine comparve una paurosa moltitudine di copie perfette. Fëdor Dostoevskj, Il Sosia (1846).

Possiamo iniziare così queste ultime considerazioni che precedono il voto di domenica 10 marzo in Abruzzo. Una moltitudine di sosia che hanno tentato di darsi una veste e un prontuario di dichiarazioni utili per convincere gli elettori. La campagna elettorale per le regionali 2024: candidati fragili nella Terra Peligna con presupposti altrettanto fragili, approcci scontati, banalizzazioni tra incontri di facciata e prossemiche da politici navigati ma nulla di convincente, di reale. Dichiarazioni, intenti, buoni auspici, grida da paladini del territorio. A sentire dobbiamo ben sperare perché la squadra, pur con eziologie diverse, sembra tenere lo scudo al petto e la spada tratta per Sulmona nostra. Che possa divenire occasione di rinascita? Di strategia comune? Di alleanze al di fuori dei cacicchi dei partiti locali? Motti da eroi: Un voto a chi fa sul serio, Il coraggio delle idee, Noi siamo centro, La libertà di rinascere, Al servizio della mia gente, La determinazione nei fatti …. nella psicologia freudiana il motto nasconde, alla coscienza vigile, il reale contenuto di un sogno o di pulsioni inconsce camuffate: desideri di unicità, di successo, di potere, di realizzazione. Nella realtà i candidati, con il trascorrere del tempo e per stanchezza, appaiono più simili a dei maghi smagati che non hanno più formule magiche da usare cominciando ad elaborare l’incertezza del voto. Ed allora arrivano i rinforzi: “la calata degli dei” per un Abruzzo divenuto merce elettorale preziosa. Da Sx a Dx tutti per l’Abruzzo. Quale Abruzzo?  A sentirli manca un principio di realtà. Le descrizioni dei ministri, segretari, onorevoli ecc. arrivati da lontano, sembrano quadri dipinti nella nebbia.Promesse bugiarde quasi sempre nel corollario dei nostri candidati che sorridenti fanno da sfondo con mimiche false se non risibili. Ci stanno prendendo in giro ancora. Ancora come la recente storia insegna ai più attenti. Spacciano l’attuale Abruzzo come quello degli anni settanta e ottanta i cui ritmi di crescita non ebbero rivali nel nostro paese. L’Abruzzo prima regione meridionale a superare i “ritardi strutturali” del primo sviluppo uscendo dal cosiddetto Obiettivo 1 degli aiuti comunitari. Costantino Felice ne fece un’opera straordinaria scrivendo “Il Modello Abruzzese” un caso virtuoso di sviluppo regionale. E Piergiorgio Landini, uomo e studioso straordinario, ne descriveva lo sviluppo spontaneo, tra localismi e area metropolitana. L’Abruzzo di oggi è quello partorito dai governi del passato-recente che si vuole nascondere.  Oggi si stanno pagando gli effetti della visione strategica regionale, che ha visto attuare una ripartizione cruda e cinica dei territori ammantata da concetti moderni ma falsi, che ha formalizzato, come danno collaterale, l’accettazione di aree minori marginali – a cui afferisce la valle peligna. I Quaderni di Abruzzo 2020 ne sono la documentazione che non viene più citata, messa in discussione perché accettata drammaticamente dai politici abruzzesi di ogni colore. Su questo la campagna elettorale dei nostri candidati ha taciuto spudoratamente senza se e senza ma. Infarcendo le riflessioni (quando fatte) di chiacchiere scontate ed omettendo il senso profondo, il nucleo del discorso. D’altronde, né Marsilio né D’Amico, nelle loro diversità antropologica oltre che culturale, sono apparsi sufficienti per proposte e slancio a favore della nostra valle. Questa è stata la cruda realtà dell’ultima campagna elettorale. Nonostante ciò resta un nostro dovere votare.

4 thoughts on “ABRUZZO 2024

  • Errata la considerazione in partenza, perché la solita di ogni tornata elettorale.
    Gli indicati sosia di una campagna e di una politica amorfa e spenta nella Regione Abruzzo, sono necessari e indispensabili per il diritto all’espressione di quella democrazia da sempre abusata e la baraonda di liste e candidati di appoggio ne è il più classico degli avvisi.
    Ognuno di loro hai i propri sogni, spesso coincidenti nell’intimo e nell’interesse del loro ego, ma solo qualcuno di costoro prevarrà. È il dopo le elezioni che dovrà o meglio dovrebbe illuminare costoro nel corretto operare nei prossimi 5 anni per mettere in atto la creazione di una Regione più equa, ma ne avranno la capacità, la volontà e soprattutto vi saranno gli indirizzi in tale direzione dei nascosti manovratori dei partiti?
    UNA NUOVA UGUAGLIANZA O IL CONTINUO EGOISTICO FRATICIDIO REGIONALE?

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  • Analisi spietata e pur fondata di una realtà socioeconomica in declino pauroso ed una classe politica chiaramente non all’altezza (per usare un eufemismo).
    Da qui la necessità comunque di andare a votare?
    Ma l’astensione non ha una sua dignità politica?

  • Nonostante tutte le poesie che si sentono e leggono ancora non si è riusciti a convincere che votare è dovuto !!!
    È completamente assurdo e deleterio cercare di capire cosa questi amministratori e politicanti possano fare e garantire se non le solite cavolate emozionali, maturate dall’incapacità di agire e proteggere i cittadini.
    Ci sono solo grandi stipendi e interessi economici che motivano questi inutili burattini.
    Sapete già come finirà e sembra che non si possa fare niente per cambiare attitudine.

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