GAGLIANO ATERNO INVERTE LA ROTTA, CRESCE LA POPOLAZIONE

Una libreria e un forno di comunità, così si muove per combattere lo spopolamento, nella provincia aquilana maglia nera per la perdita di abitanti, il paese di Gagliano Aterno, piccolo centro a 650 metri di quota nella Valle Subequana: in controtendenza, negli ultimi tre anni ai suoi 230 abitanti se ne sono aggiunti venti. Non solo numeri, ma scelte di vita, frutto di un’azione incisiva a livello politico e scientifico. “La prima cosa che ho fatto quando sono stato eletto”, spiega il sindaco Luca Santilli, “è stata finanziare dei ricercatori, con l’associazione Montagna in movimento e con il metodo scientifico e antropologico abbiamo avviato percorsi di partecipazione che chiamiamo trasmissione dei saperi”. Poi, racconta, “abbiamo messo in piedi il progetto Neo (Nuove esperienze ospitali) e abbiamo cominciato a invitare ragazzi da tutta Italia, offrendo loro una casa per sei mesi per fare formazione. Grazie alla collaborazione tra amministrazione, comunità e università, il giovane ricercatore Raffaele Spadano, dell’Università della Valle d’Aosta, gruppo di ricerca Montagne in Movimento, sta coordinando, da aprile 2021, una serie di progetti che puntano a uno sviluppo del territorio concreto, inclusivo, ecologico e autodeterminato da chi lo abita”. I venti giovani nuovi abitanti sono diventati gaglianesi a tutti gli effetti e questo per il sindaco, tenendo conto che il paese, a 30 km da Sulmona e a 50 dall’Aquila, conta oggi 250 anime, non può che essere “qualcosa di rivoluzionario”. Tra loro Giovanni e Casey, lui romano e lei americana. Sono approdati a Gagliano Aterno e apriranno il forno di comunità. “Siamo arrivati qui per partecipare al progetto e ci siamo appassionati ai racconti degli anziani. Abbiamo cominciato a preparare i dolci tipici della zona. Riapriremo il forno che fungeva anche da luogo di aggregazione e sensibilizzazione”. Rocco e Vincenzo gestivano a Roma la libreria “Simon Tanner”, nel quartiere San Giovanni. Sono andati in pensione, hanno chiuso la libreria e stanno per aprire uno spazio in paese dove vendere ed esporre libri antichi e organizzare eventi. “E’ la nostra seconda vita”.