UN PROGETTO PER REALIZZARE A SCANNO UNA “COMUNITÀ A MISURA D’ORSO”

di Giuseppe Solarino – Un progetto per realizzare a Scanno una “Comunità a misura d’orso”. Si tratta del progetto “LIFE Bear Smart Corridors” che è stato presentato nel corso di una conferenza che si è svolta presso il palazzo municipale del borgo montano. La “Comunità a misura d’orso”, grazie alle azioni del Parco, dei cittadini e degli operatori economici del luogo, vuole promuovere una pacifica coesistenza con il plantigrado, tutelando, contemporaneamente, questa specie a serio rischio di estinzione e le attività umane del territorio. Il progetto prevede la costituzione di un comitato di cui faranno parte un rappresentante del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM), e i rappresentanti delle amministrazioni, dei cittadini, delle attività commerciali, delle associazioni. Il comitato avrà il compito di redigere un piano di lavoro per la coesistenza con gli orsi nei prossimi quattro anni. Per tale motivo gli ideatori del progetto hanno voluto ascoltare l’opinione e il contributo di chi vive il territorio, fattore imprescindibile per raggiungere insieme l’ambizioso obiettivo. Quello che si vuole realizzare a Scanno ed in altri 7 paesi, d’Abruzzo (Lecce nei Marsi, Gioia dei Marsi, Ortona dei Marsi, Villetta Barrea), Lazio (Campoli e Alvito) e Molise (Pizzone), in futuro potrà essere esportato anche in altre località. “LIFE Bear-Smart Corridors”, nello specifico, si prefigge l’espansione della popolazione di orso bruno marsicano in Italia centrale attraverso lo sviluppo di “corridoi di coesistenza”, dove le comunità locali potranno imparare a vivere in armonia con questa specie. Detti corridoi collegheranno i parchi nazionali della regione e ciò permetterà agli orsi di espandere il loro raggio d’azione verso nuove aree. All’interno dei “corridoi di coesistenza” le comunità locali impareranno a vivere accanto al plantigrado. Qui sarà adottato il modello “Bear Smart Community”, o “Comunità a Misura d’Orso” (come già avviene con successo in Canada), che incoraggia la cooperazione tra le comunità locali, le aziende e gli individui per prevenire i conflitti tra gli orsi e gli esseri umani e favorire la pacifica convivenza nei territori vitali per entrambi. Il progetto vede il coinvolgimento dei seguenti partner beneficiari: il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Rewilding Apennines, Salviamo l’Orso, il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, il Parco Regionale del Sirente-Velino, la Riserva di Monte Genzana, il Comune di Pettorano sul Gizio. All’incontro hanno preso parte tecnici ed esperti, per fornire aggiornamenti sulla popolazione di orso bruno marsicano e per instaurare una positiva discussione con chi vive e lavora sul territorio. Ha aperto i lavori la responsabile dell’ufficio comunicazione del PNALM, Daniela D’Amico, che ha illustrato ai presenti le finalità dell’iniziativa. “Si tratta di un progetto Life finanziato con fondi europei per la salvaguardia dell’orso in Italia e Grecia – ha detto Daniela D’Amico – . Il parco ha scelto 8 paesi siti ai suoi confini per permettere l’espansione dell’area degli orsi”. “Questo è un primo incontro con i cittadini cui seguiranno altri incontri con le categorie sociali ed economiche – ha concluso la responsabile della comunicazione del PNALM – . A Scanno vi sarà un ufficio della comunità a misura d’orso e un unità di intervento orso per essere più tempestivi”. Angela Tavone, di Rewilding Appenines, ha spiegato l’importanza dell’esistenza dell’orso nella nostra regione: “Non avere un predatore è come avere un corpo senza testa”. “Si realizzeranno 16 comunità a misura d’orso e si sta provvedendo a 500 misure di prevenzione da danni da orso come le recinzioni elettriche – ha proseguito – . Si allocheranno a breve, dove necessario, 100 cassonetti a prova d’orso. Si sta provvedendo ad una sempre più capillare sensibilizzazione al rispetto della fauna selvatica”. Infine, il direttore del PNALM, Luciano Sammarone, ha spiegato che: “Entro il 2025 avremo una stima precisa del numero di orsi presenti nell’area dell’Appennino centrale grazie alle analisi genetiche dei campioni che verranno prelevati. Il Parco non si allargherà. I corridoi serviranno a favorire lo spostamento degli individui e la colonizzazione di nuove aree”.