TUTTO OVUNQUE TUTTO IN UNA VOLTA

di Massimo di Paolo – “Libri & Visioni” non può evitare di fare una riflessione sulla notte degli Oscar di pochi giorni fa. Un appuntamento troppo ghiotto, desiderato da appassionati, cultori e da chi è coinvolto neisignificati simbolici e di gossip, propri di quella che è diventata una delle più grandi kermesse del vacuo e dell’apparente.

La “settima arte”, certo, ma la recitazione, lo schermo, la narrazione e la tecnologia passano, inesorabilmente e sempre più,in secondo piano. Altre le regole che disciplinano e danno colore all’anelito che accompagna il più atteso evento del cinema nel mondo. È una corsa che si avvia lentamente già dal festival di Venezia e si conclude in una notte di enfasi, spettacolo, scollature ardite, red carpet e tanto, tanto gossip.

Fiumi di inchiostro per addetti ai lavori, tutte le testate specializzate impegnate in pronostici, analisi, paralleli, note nostalgiche e narrazioni strappalacrime. Questo e altro è la notte degli Oscar.

Quella del 2023 è stata anche qualcosa di più. Ci sono state dellenovità, non sorprese, ma novità importanti. La 95esima edizione degli Oscar è stata comunque un fatto serio, molto serio, in grado di orientare
il successo un’opera, una carriera, una tendenza. Molti i fattori che si sono sovrapposti e che hanno caratterizzatol’ultima edizione. La qualità artistica resta soltanto uno degli elementi in gioco. Il mercato, il mercato del cinema e della produzione visiva, resta una delle più importanti variabili. La notte del 12 è nato il topolino.

Ha orientato il nuovo assetto della grande e luccicante “macchina cinematografica” che, a detta di molti, ha sabotato alla base la Hollywood classica, tradizionale. La competizione con le piattaforme, con i processi in streaming e soprattutto con le serie tv, sono le coordinate su cui ci si è misurati nel tentativo di salvareil cinema da sala. Il “Cinema vero” lo chiamano gli intenditori, che sempre offre capacità visionaria, innovazione, transfert emozionale, temi complessi, identificazione dello spettatore e narrazioni. Il Cinema arranca in Italia e anche nei paesi oltreoceano, occorreva un “Harry Potter” dalla grande magia per dare il via ad una nuova traiettoria verso un mondo nuovo e ancora non scoperto per salvare il Cinema. Giurati giovani, 10 e non 5 le opere in corsa in finalissima. I tempi quasi tutti ben oltre le due ore delle opere individuate. Il film vincitore, EverythingEverywhere All at once” di Dan kwan e Daniel Scheinert, un prodotto per una cultura giovanile, la più appetibile e aggredibile per un nuovo mercato in strutturazione. Prossimamente nelle nostre sale. Gli Oscar come un anticipatore di scelte di mercati, tendenze e umori artistici.

Resta l’arte di fare cinema che salva la confezione, dà contenuto e spessore. Magnifiche tutte e 10 le nomination per ragioni diverse, e con esse, le regie e gli attori. Ogni opera una immersione  versorealtà nascoste, alcune che scuotono lo spettatore come nel film “Gli Spiriti dell’isola” di Collin Farrell. Per noi il vero vincitore.Lascia inchiodati, sorpresi, incantati da una fotografia e da una recitazione di grande pregio. Una psicoterapia intensiva, già presente a Venezia, ma non adatto ai nuovi mercati.

E mentre Parigi resta la capitale mondiale con 400 sale e 75 cinema, con leggi che tutelano le opere nazionali, con la possibilità di vedere di tutto, con la vivacità e l’atteggiamento di apertura che riesce ad accogliere un regista iraniano perseguitato oil nuovo cinema giapponese o a mantenere un occhio attento per il cinema dell’America latina,  la “notte degli Oscar”, tratteggia i contesti, dà colore e spinge verso nuove tendenze, con la forza degli incassi record e con il potere dei grandi capitali da investimento. Nonostante l’impalcatura cambiata, tutto è andato secondo le previsioni e senza sorprese. Everything EverywhereAll at once” film sul multiverso, con tracce di adattamento post migratorio e sentimentale di una famiglia cinese, ha fatto incetta di sette Acadamy Awards.

“Libri & Visioni”, in una babele comune a ogni pronostico e in una riflessione sui risultati, vuole assegnare simbolicamente i propri premi a : 

Miglior film  The Fabelmans di Steven Spielberg

Migliore attriceMichelle Williams per The Fabelmans

Migliore attoreBrendan Fraser per The whale

Migliore regia Martin Mcdonagh per gli Spiriti dell’isola

Siamo d’accordo sulla musica di Lady Gaga in Top Gun e, ancora di più, sulla sua interpretazione da palco, senza trucco, informale e vestita di solo talento. Per la tecnologia, alla grandissima, Avatar-la via dell’Acqua di James Cameron. Particolare attenzione e riconoscimento daremo a Barry Keoghan sempre nel “Gli spiriti dell’isola”. Senza se e senza ma “The Whale”  di Brendan Fraser che merita, a parer nostro, una menzione d’onore straordinaria per la cura, la raffinatezza narrativa, il livello di immersione emotiva e per i processi di identificazione che sollecita. Storia di colpa e pentimento, nel tentativo di tenere ferme le proprie rovine. Per gli appassionati di psicologia.