VESCOVO FUSCO: CELEBRAZIONE DELLA MESSA DI NATALE NON OLTRE LE 20.30

La celebrazione eucaristica della notte santa dovrà essere anticipata entro e non oltre le 20.30 per dar modo a tutti di partecipare e perciò rientrare in tempo nelle proprie case. Lo ricorda il vescovo Michele Fusco in una nota dell’Ufficio comunicazioni sociali della Diocesi di Sulmona-Valva. “Sarà un Natale particolare ma non più triste” sono queste le prime parole che il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana, da convalescente rivolge alla sua comunità diocesana di Perugia-Città delle Pieve e più in generale a tutti quelli che in questo tempo hanno pregato per la sua salute e pronta guarigione – sottolinea il vescovo di Sulmona-Valva – Alle parole del presule umbro fanno eco quelle di Papa Francesco che rivolgendosi agli artisti così si esprime: «La crisi rende più fitte “le ombre di un mondo chiuso” (cf. Fratelli tutti, 9-55) e sembra oscurare la luce del divino, dell’eterno. Non cediamo a questo inganno. Cerchiamo la luce della Natività: essa squarcia l’oscurità del dolore e delle tenebre”. “Tali messaggi allora ci giungono come fossero degli squarci di luce e di vita in un mondo buio e raggomitolato nelle proprie incertezze e ansie; sono il messaggio di speranza più bello e incisivo per vivere e celebrare con fede e fiducia questo tempo di Natale che ci si apre davanti – osserva il vescovo Fusco – Certamente però, in quest’anno particolare, il verbo celebrare si ben coniuga con il verbo rispettare. Celebrare il Natale, allora, non ci solleva dal rispettare le regole governative legate soprattutto al cosiddetto «coprifuoco» che impone il rientro nella propria abitazione entro le ore 22.00. La partecipazione richiede certamente di osservare in maniera ancor più scrupolosa tutte le norme contenute all’interno del Protocollo d’intesa tra il governo e la CEI” “In questo tempo particolarmente solenne, poi, è utile e quanto mai necessario vivere il sacramento della Riconciliazione. La necessità non è frutto di un corrispondere a un precetto ma a un progetto d’amore che Dio ha per ciascuno di noi. Accostarci al sacramento della Riconciliazione ci permetterà di sperimentare personalmente quest’amore di Dio” conclude il pastore della Diocesi.