DATA PER MORTA DALLA ASL, È VIVA LA PAZIENTE “ZERO” DELLA SAN RAFFAELE

 

Sembrerebbe una parobola del Vangelo se di mezzo non ci fosse la vita di una persona. Data per morta dalla ASL come vittima del coronavirus la donna, fortunatamente è viva e per lei il momento più difficile sembra essere proprio passato. La paziente proveniente da un ospedale di Bergamo e ricoverata fino a qualche tempo fa nella clinica sulmonese, da più parti indicata come “la scintilla” dalla quale è partito il focolaio della San Raffaele è attualmente ricoverata nella clinica di Chieti dove era stata trasferita all’inizio di aprile da Sulmona. La prova del nove è arrivata dal sindaco del piccolo centro teramano dove la donna risiede che conferma di non avere ricevuto, fino a ieri sera, nessuna comunicazione di decesso per coronavirus di suoi concittadini. All’origine di quello che potrebbe diventare un vero e proprio caso nazionale c’è la comunicazione della ASL inoltrata alla Regione Abruzzo, il 4 aprile scorso quando, a seguito della richiesta del sindaco di Sulmona Annamaria Casini di “isolare” la clinica San Raffaele dove era in atto un focolaio, viene fatto il punto della situazione. In una lettera il direttore del dipartimento della ASL Avezzano-Sulmona- L’Aquila comunica al governatore Marsilio e al direttore generale Roberto Testa  il numero dei pazienti e operatori contagiati, il numero dei trasferiti e il decesso dell’anziana, ovvero “la paziente trasferita a Chieti e poi deceduta”, stando alla versione del documento. Un chiaro errore o meglio come viene  definita oggi, “una fake news” che ha fatto il giro di tutti i canali d’informazione, ufficiali e non. Tra l’altro anche alla stessa procura del tribunale di Sulmona che sul focolaio in atto nella San Raffaele ha aperto un fascicolo contro ignoti dopo l’esposto del Nursind e le denunce presentate dai familiari di una infermiera rimasta contagiata dal virus e da quelli di un paziente ricoverato nella clinica e poi deceduto, non risulta alcun decesso della paziente trasferita a Chieti. La procura infatti non ha avuto nessun riscontro dalla documentazione e dalle cartelle cliniche acquisite dalla clinica. La realtà, insomma, è che la donna è viva.