LA SEDUTA CONSILIARE SI ACCENDE SUI FURBETTI DEL CARTELLINO: ARRIVA CONSULENZA ESTERNA

Sui furbetti del cartellino, il caso che ha portato il Comune di Sulmona alla ribalta mediatica nazionale, si è accesa questa mattina la seduta del Consiglio comunale. Lo spunto per entrare nell’argomento scottante lo ha dato l’ordine del giorno dedicato alla convenzione alla quale il Comune aderisce per la costituzione dell’ufficio interprovinciale per la prevenzione e risoluzione delle patologie dei rapporti di lavoro. Una task force di consulenza al lavoro dei dirigenti, che costerà 5500 euro l’anno al Comune e che servirà a risolvere ogni problema dei rapporti di lavoro in seno alla casa comunale, non solo però problemi disciplinari. La convenzione è stata stipulata con l’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, ente capofila, l’Anci emiliano-romagnolo e altri soggetti. Ma siccome la lingua batte sul dente che duole è stato inevitabile che la discussione in aula approdasse anche ai casi di cronaca che hanno riguardato dipendenti comunali sui quali Procura della Repubblica e Guardia di Finanza hanno aperto un’inchiesta su presunto assenteismo, supportati da filmati e non certo da mere illazioni o chiacchiericcio di piazza, come qualcuno vorrebbe accreditare. Mauro Tirabassi, consigliere di maggioranza, ha contestato il fatto che si parli di indagine ma di indagati per ora non ce ne sarebbero. Ma soprattutto, secondo principi di garantismo, Tirabassi ha ricordato che gli avvisi di garanzia che potrebbero anche arrivare a giorni non possono essere assimilati ad una condanna “preventiva” di eventuali indagati. “Gli avvisi di garanzia sono solo avvisi di sputtanamento” ha dichiarato con inusitata violenza verbale l’ex assessore al Personale, ribadendo la sua “incondizionata fiducia nel lavoro della magistratura che stabilirà la verità dei fatti e quindi chi ha ragione e chi invece torto” e ricordando che peraltro sulla macchina comunale da riorganizzare, oggetto anche di campagna elettorale, l’ultima amministrazione comunale poco o nulla ha concluso, arrivando perfino a rinunciare all’occasione offerta dalla legge di nominare il dirigente del quarto settore e proseguendo nella girandola di segretari, in arrivo e partenza a palazzo S.Francesco. Tanto è bastato per suscitare una reazione risentita del consigliere comunale Roberta Salvati, che è stata in maggioranza anche nell’era del sindaco Peppino Ranalli. Garantismo ha sfoggiato, da buon avvocato, anche il consigliere comunale e vice presidente dell’assemblea, Fabio Ranalli, che ha ricordato principi costituzionali, abbracciando la causa dei dipendenti finiti nel mirino di magistrati e fiamme gialle. Per loro Ranalli ha espresso solidarietà. Senza invece entrare nel merito delle cronache sui furbetti i consiglieri Bruno Di Masci, Antonio Di Rienzo ed Elisabetta Bianchi, consiglieri di minoranza, hanno chiesto il rinvio della convenzione, stigmatizzando il metodo usato dagli amministratori comunali che hanno portato all’esame del Consiglio comunale una decisione già formalizzata e inserita perciò in variazione di bilancio. Il voto finale ha dato disco verde alla convenzione che significherà consulenza anche per questioni disciplinari eventuali, per il caso dei furbetti, sollevando da oneri i dirigenti che potrebbero essere coinvolti anche loro in prima persona nell’inchiesta giudiziaria in corso.