SESSO IN CARCERE, NARDELLA: “OK LE NOVITA’ MA VANNO ADEGUATE AI PROBLEMI DELL’ISTITUTO”

A breve la sessualità potrebbe entrare in carcere. Un’ipotesi emersa da un tavolo tematico promosso dal ministro della Giustizia, che si è occupato delle problematiche legate al riconoscimento e all’esercizio del diritto all’affettività del detenuto. Ben vengano novità volte a migliorare le condizioni dei detenuti, secondo i sindacati della polizia penitenziaria, purché siano rivisti l’organico e il personale penitenziario oltre alla struttura carceraria da adeguare alla novità.  “La mancanza di idonei luoghi uniti alla impossibilità di vigilare attesa la propinata richiesta di consentire i colloqui intimi lontani dagli occhi degli agenti e quindi in netta controtendenza rispetto ai criteri stabiliti dall’attuale ordinamento in tema di colloqui con i familiari e che ricordiamo possono essere solo non uditi, renderanno la vita difficile a tutti gli operatori della sicurezza qualora non si dovessero elaborare valide direttive in merito” afferma il segretario provinciale e vice regionale della Uil Penitenziari, Mauro Nardella. “Pur non avendo competenza di pensiero in merito la UIL PA Polizia Penitenziaria L’Aquila non può che interrogarsi sulla fattibile riuscita di tale proposta in istituti come quelli di Sulmona i quali alla mancanza di spazi idonei fanno da contraltare carenza di organico e soprattutto presenza di detenuti di elevato spessore criminale e che, come è logico pensare, non si può prescindere da una attenta quanto serrata vigilanza”. Per il sindacalista “un ruolo fondamentale potrebbe darlo la scuola di formazione di Fonte d’amore la quale, unitamente alle restanti scuole italiane a rischio chiusura”, conclude Nardella, potrebbe rilanciarne le sorti”.