TRASLOCA IL CSM, SINDACATO: “DALLA PADELLA ALLA BRACE”. RADDOPPIATI TSO IN UN ANNO

SULMONA –  Dalla padella alla brace.  Sale il malcontento di sindacati e operatori per il trasferimento del Centro di Salute Mentale da viale Mazzini alla zona Pip di Sulmona, <da una struttura inadeguata alle esigenze di pazienti, che soffrono già di un enorme disagio, a un’altra peggiore> come ha affermato con determinazione il sindacalista Cisal Ftg Massimo Tardio, psichiatra del Csm insieme a 15 operatori, esponendo il caso questa mattina in una conferenza stampa nella sede del Tribunale dei diritti del malato, insieme ad altri medici psichiatri. Sono raddoppiati in città i Trattamenti Sanitari Obbligatori, saliti a  25 rispetto ai 13 dello scorso anno, mentre sono diminuite le prestazioni. 13 mila quelle annuali che vengono effettuate nel Centro e 1200 i casi annui dalla Valle Peligna, alla Subequana a quella del Sagittario.  Un dato questo che fornisce il polso di una situazione delicata nel nostro territorio, che riguarda problemi di particolare sofferenza come le diverse forme di depressione. La psichiatria, secondo il medico sindacalista, viene spesso posta in secondo piano. Il trasferimento, cominciato questa mattina nella ex Croce Rossa, in quello che è stato chiamato <lo scatolone giallo>, per sei mesi, secondo la concessione dei locali da parte del Comune alla Asl, ha scatenato le ire di Tardio e degli operatori, il quale ha elencato le condizioni di forte disagio in cui verseranno in un luogo <privo di medicheria, di arredi idonei con un cellulare su cui vengono trasferite le chiamate del centralino (il cui numero attivo resta lo stesso), in un locale in cui si stanno svolgendo anche lavori in corso,  non sappiamo come poter garantire un servizio efficiente a pazienti che sono già maltrattati dalla malattia>.  <Non accettiamo questa soluzione nè la modalità con cui è stata attuata> ha commentato il medico sindacalista, sottolineando la mancata comunicazione formale del trasferimento sia agli operatori che agli utenti, che sono circa una cinquantina quelli che quotidianamente usufruiscono del servizio. <Siamo stati avvisati nei giorni scorsi a voce dal responsabile del centro, ma di fatto siamo venuti a sapere dell’effettivo trasloco ieri dagli operai dell’impresa di trasporto> ha aggiunto <Chiediamo un servizio di vigilanza in un luogo poco illuminato, isolato dal centro abitato e poco sicuro. Questo soprattutto in seguito alle aggressioni subite dai medici sia a Pescara sia a Bari dove la dottoressa è rimasta uccisa per mano di un paziente>. Ha spiegato, inoltre, Tardio che in passato avevano suggerito soluzioni, bocciate ognuna per diversi motivi, tra cui lo stesso “scatolone giallo”, che prevede un affitto all’Azienda pari a 3 mila euro mensili insieme ai mille per le due corse del bus navetta.