QUANDO POLITICI E SOCIETÀ MINACCIANO LE QUERELE PER TAPPARE LA BOCCA AI GIORNALISTI…
È sempre una linea sottile, subdola e sibillina, quella che demarca le due esigenze o i due versanti che sono alla base della querela per diffamazione: cioè la richiesta di verità rispetto a una notizia data ma ritenuta falsa, oppure la minaccia di ritorsioni perché la verità stessa non venga data dal giornale o dal giornalista. Tra la minaccia e la querela ce ne passa, ma spesso viaggiano di pari passo e velocemente per raggiungere l’obiettivo perseguito. Sono politici e società, spesso in affari, ad utilizzare il sistema della querela e della minaccia che il più delle volte serve per tappare la bocca a giornali e giornalisti. Sapete perché? Loro non pagano, hanno coperte e coperture adeguate, mentre i destinatari sono costretti a rimetterci immediatamente e di tasca propria. A loro non basta una richiesta di rettifica, oppure l’uso prudente, seppur postumo, di un linguaggio politicamente addomesticato; hanno il più delle volte bisogno del bavaglio, oppure della mordacchia. Poniamo il caso della società Satic che a Sulmona ha installato, o sta per installare i nuovi parcometri che poi tanto all’avanguardia non sono. Reteabruzzo ha dato notizia che gli aggeggi non sono di ultima generazione; che anche nell’affidamento dell’appalto pubblico sono state notate alcune discrepanze temporali tra l’uscita della determina comunale e la effettiva installazione delle colonnine. La Satic ha censurato la redazione per la pubblicazione di una foto che si riferisce ad un altro apparecchio appartenente alla precedente gestione, e soprattutto ha precisato che stesse operando nella piena legalità. Il Municipio ha pubblicato sull’Albo Pretorio la determina di affidamento il giorno dopo rispetto alla notizia redazionale; Reteabruzzo ha dato, successivamente, in “Tendina” la foto dei veri parchimetri e in particolar modo ha pubblicato la diffida che la Satic ha inviato in redazione. Tuttavia rimane in quel comunicato il sibillino richiamo alla minaccia di una querela. Alla Satic rispondiamo che abbiamo provato sulla nostra pelle il guanto ruvido della magistratura; che non siamo andati a Berlino, in molti casi, per avere vittoria delle ragioni nostre che sono quelle della democrazia. Anche in questa vicenda siamo stati responsabili con la pubblicazione affidata ad un linguaggio da segreteria comunale, ma facciamo pure sapere che non abbiamo paura. La Satic ci mandi l’immagine delle colonnine che si appresta a collocare nel territorio comunale di Sulmona, che rispondano però alla normativa europea vigente, sicché noi faremo un servizio adeguato alla loro pubblicità. Una cosa vogliamo infine sottolineare: l’onestà intellettuale del comandante della Polizia municipale, Domenico Giannetta il quale subito dopo la nostra segnalazione ha spedito una pattuglia in giro per la città per verificare se le cose scritte da ReteAbruzzo corrispondessero a verità. Risultato: una lettera di contestazione in cui si invita la Satic a rispettare il decoro di uno dei centri storici più belli d’Abruzzo con parcometri degni di una Città d’Arte come Sulmona.
Quei pochi di voi che provano sembrano felici e tutelati.
Ci vuole anche una riforma dell’:informazione poiché non si può continuare con questa farsa.