NOMINA E SANTIFICAZIONE DI CELESTINO V, TORNA LA RIEVOCAZIONE STORICA

Torna per l’undicesimo anno la rappresentazione teatrale della  “Consegna del Decreto di nomina pontificia” (come papa Celestino V) a frà Pietro da Morrone, che avvenne nell’Eremo di Sant’Onofrio alle pendici del Morrone il 18 luglio 1294. Un’ incisiva rievocazione, che fa leva sulla verità storica documentata, curata dall’associazione culturale Borgo Pacentrano, in collaborazione con le associazioni “Studio Arte” dell’Aquila, “Recta Rupes” di Popoli e “ Insieme per il Centro Abruzzo “ di Sulmona. Nell’appuntamento del prossimo sabato 28 agosto alle 21.30 (ingresso libero) nel cortile del Vescovado (viale Rooslvelt), sei gli attori, tra cui quattro professionisti, per la regia di Antonio Rampino, con la consulenza storica di Stefania Di Carlo, docente universitaria aquilana e autorevole studiosa di Celestino V.  Rampino stesso, attore  professionista molisano, impersonerà il neoeletto papa Celestino V, entrando in scena dal momento della consegna del decreto all’accettazione della nomina,  passando per una difficile riflessione, fino al rifiuto, interpretato non come l’atto di viltà nel senso dantesco, ma come la petrarchesca prova di coraggio. Tra i protagonisti l’attore sulmonese Pietro Becattini nel ruolo del cardinale Stefaneschi, biografo e autore del poema sul papa-eremita,  Tino Catena, nei panni di “Santuzzo” ovvero San Roberto da Salle, fedelissimo di fra’ Pietro, Adriano Di Buccio sarà Carlo d’Angiò, Raffaello De Angelis, capitano del Borgo San Panfilo, nel ruolo del portavoce dei delegati giunti da Perugia per la consegna del Decreto. A condurre lo spettatore di scena in scena sarà Lorenzo Calabrò, voce narrante.  Scenario per le prime due edizioni fu il sagrato della chiesa di San Filippo in piazza Garibaldi, mentre per le successive quattro fu il luogo dove insiste il suggestivo eremo di Sant’Onofrio, in cui il frate eremita scelse di restare per sessant’anni e dove compì miracoli che attestarono la sua santità e la sua vicinanza ai sofferenti. Dopo la chiusura del sentiero che conduce all’eremo (nel 2010), il sipario si alzò nel cortile di palazzo dell’Annunziata. Lo scorso anno, per la decima edizione, nonostante la riapertura del sito, non fu permesso il  ritorno sul Morrone per allestire le scene nell’area del santuario dell’Ercole Curino, così la rappresentazione avvenne nel cortile di palazzo dell’Annunziata, oggi chiuso per lavori in corso.

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