L’ISTAT DICE CHE SULMONA SPARIRÀ, MA LO STRUSCIO CONTINUERÀ A VIVERE

di Luigi Liberatore – Io non ci credo. Non credo alle ipotesi catastrofiche della sparizione delle genti autoctone, come non credo a nessuna delle tesi sostenute dal nostro istituto di statistica perché mi rifaccio al pollo di Trilussa, secondo cui ad ogni italiano sarebbe stato assegnato metà del consumo generale. Secondo l’Istat. Ma c’è ancora gente in Italia che va a fagioli e verdure di campo e che la carne la mangia alle feste raccomandate, tra le quali la festa del patrono. Sono uscite, infatti, le linee di tendenza secondo cui la popolazione di Sulmona sarebbe in una fase di terribile contrazione, con previsioni catastrofiche decenni dopo decenni, almeno stando ai parametri dei matrimoni e della natalità che non accennano a fornire elementi contrari. Non siamo stati educati alle visioni ottimistiche, almeno negli ultimi tempi, dagli istituti che ormai regolano come metronomi ogni aspetto del nostro vivere. Ci sono aspetti, invece, di ottimismo che sostengono questo mio ragionamento per la scarsa fiducia che assegno a politici e amministratori i quali vedono la morte nostra, quella sociale, che contrasta invece con la loro supposta immortalità. Proprio per parlare di Sulmona, non vedo un precipizio all’orizzonte perché a monte ci sono le previsioni statistiche che valgono fino alla loro smentita e che Trilussa le aveva già catalogate col suo “pollo a testa”. Sulmona potrebbe anche sparire, non adesso e comunque non nei termini ISTAT. Tuttavia, se proprio dovesse avvenire, di Sulmona resterà una caratteristica unica e inimitabile: LO STRUSCIO…

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