SNAM, IDROGENO E MARIO PIZZOLA: IL MONDO NON SI FERMA A SULMONA
di Luigi Liberatore – Come si fa a non leggere un articolo dell’ambientalista Mario Pizzola? Personalmente non ne posso fare a meno, soprattutto perché è poi scritto in un italiano pulito, accessibile, direi quasi perfetto se non fosse per via dell’inquinamento ideologico di cui è permeato. Ma come si fa a non reagire? Guardate, lo dico prima che qualche lettore possa evidenziarlo: il mio modo di scrivere non ha la leggerezza di Pizzola, e ad aggravare la mia tesi c’è poi la divergenza delle idee. Questa mattina, appunto, Mario Pizzola ha pubblicato una sua valutazione sul metanodotto e la centrale di compressione che dovrebbero attraversare e sorgere nelle periferie di Sulmona, a “Case Pente”, dicendo che la Snam “inganna l’opinione pubblica” affermando che i suoi metanodotti possono trasportare allo stesso tempo sia metano che idrogeno, svolgendo pure azzardate valutazioni chimico-fisiche (improbabili per me, s’intende) sulla impossibilità di poterlo fare. La Snam vuole realizzare gli impianti cui la regione ha dato il via libera, forte anche della espressione di vari gradi della magistratura, mentre l’ambientalista Pizzola si oppone per ragioni che intendano tutelare l’ambiente e i territori della Valle Peligna. Non solo di Sulmona, andando oltre fino a dire che la Snam e il governo vogliano sacrificare la linea degli appennini con strutture per il trasposto di metano o altro gas per aderire allo strapotere e alla fame economica delle multinazionali. Io dico che gasdotti e centrali di compressioni attraverseranno l’Italia, fendendo senza remore pure il territorio di Sulmona con macchinari industriali che non saranno fermati dalle riflessioni di Pizzola, come le mie d’altronde. Qualcosa però devo dire della ennesima rivoluzione industriale che segna e sta segnando la nostra generazione, non tanto per i risultati che saranno conseguiti, quanto per le idee che la esprimono non come rivoluzione in sé ma come adeguamento alla evoluzione industriale, perché di rivoluzioni non ce ne saranno più. Saremo soccombenti tutti a un processo che fa strage delle idee perché noi tutti, pure i riottosi, andiamo alla ricerca del benessere. Sto allargando un tema che potrebbe portarci lontano e senza che all’orizzonte ci sia una verità sostanziale, ma di Mario Pizzola che io rispetto da avversario sin da giovane, devo dire che mi ricorda un certo Ned Ludd, un tessitore inglese che nel 1779 o 1800 distrusse pubblicamente il suo telaio in segno di protesta per l’uso delle macchine che immaginava come fonte di disoccupazione. Qualcuno dirà, e tu? Io mi sento come Jeremy Bentham, uno che diceva che alla base di tutto c’è l’utilitarismo, come ricerca elettiva della felicità possibile per il maggior numero di persone. Ma non sono per questo felice. Per cui dico che il metanodotto e la centrale di compressione a Sulmona si dovranno fare e si faranno perché Sulmona non è il centro del mondo e che Pizzola potrà distruggere qualsiasi telaio, se riuscirà a scovarlo, tanto la sua voce sarà soffocata dal vento che spira contro.
Come tante opere pagate dai cittadini, non sarà finita o usata in quanto inutile.
È sempre incoraggiante sentire che tanti sono così bene informati non vogliono accettare l’evidenza ormai conosciuta.
Comunque rimane sempre il Cogesa su cui vaneggiare invece di riparare.
Certo che si farà, la voce grossa dei potenti …