FINISCE SOTTO PROCESSO PER EVASIONE, MA LA PERSONA AVVISTATA NON ERA LUI

Doveva restare a casa perché sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, ma viene avvistato su un’auto insieme alla compagna e finisce sotto processo. Ma la testimonianza del figlio dell’imputato rimette in discussione: “in quell’auto c’ero io e non mio padre”. Il colpo di scena che rimette tutto in discussione, è arrivato nell’ultima udienza che vede Gaspare Bonomo, 48 anni di Introdacqua, a giudizio per evasione. I fatti risalgono al 24 giugno 2021 quando, secondo gli accertamenti svolti dai Carabinieri della compagnia di Sulmona, l’uomo sarebbe stato avvistato tra Sulmona e Introdacqua all’interno di un’auto con la compagna. A denunciare il fatto dal quale è poi scaturito il processo, un carabiniere in borghese, che passando da quelle parti aveva riconosciuto nella persona che sedeva vicino alla donna, Gaspare Bonomo che in quel momento doveva stare a casa a scontare gli arresti domiciliari. Versione rimessa in discussione dalla testimonianza del figlio dell’imputato, dall’aspetto molto simile al padre, il quale davanti al giudice ha dichiarato che nell’auto, seduto vicino alla donna c’era lui: “la stavo accompagnando a casa, a una festa organizzata da mio padre”. E secondo la difesa dell’imputato sarebbe stata l’estrema somiglianza tra padre e figlio a ingannare il testimone che l’aveva denunciato. Inoltre, dagli atti risulta che subito dopo l’avvistamento non ci sarebbe stato nessun accertamento da parte dei carabinieri per verificare se il 48enne fosse in casa o meno. La parola passa ora al giudice che nella prossima udienza fissata a febbraio 2024, darà la sua sentenza.