CINQUEMIGLIA SENZA PIU’ ALBERI, INSORGONO GLI AMBIENTALISTI

Non passa inosservata la “strage” di pini decisa e attuata dall’Anas, in questi giorni, lungo il rettilineo dell’Altopiano delle Cinquemiglia. Contro la decisione, giĆ  messa in atto dai lavoratori dell’Anas, ĆØ protesta. In tutto sono stati abbattuti 70 pini. Il Coordinamento nazionale alberi e paesaggio onlus denuncia che “sono stati tagliati senza alcuna analisi approfondita, senza un progetto di valorizzazione e sostituzione, solo perchĆ© hanno sempre dato fastidio agli automobilisti amanti della velocitĆ  e perchĆØ si spezzavano con i forti venti e le intemperie”.Ā Giovanni Damiani, storico ambientalista abruzzese, giĆ  assessore regionale all’Ambiente, sostiene che “la motivazione presunta ĆØ che il vento forte che ha raggiunto i 150 chilometri orari, ha spezzato i rami rimasti sulla strada per cui si procede al taglio dei fusti. E dire che quegli alberi che hanno dato prova di eroica resistenza a quelle condizioni ambientali, lā€™Altopiano infatti ĆØ definito ā€œla Siberiaā€ dā€™Abruzzo, vennero piantati proprio per la sicurezza delle persone, affinchĆ© potessero orientarsi e mantenersi sulla strada durante le bufere di neve. Inoltre avevano la funzione di impedire lo smottamento del rilevato stradale dal momento che ai suoi lati a primavera e in autunno i campi sono completamente allagati”.I filari storici sono quelli dell’Altopiano lungo i 9 km della Statale 17. Un viale alberato simbolo dell’Abruzzo, spesso fotografato dai turisti, una icona della montagna abruzzese. Alberi eroici e resistenti questi pini di montagna, che negli ultimi tempi hanno sofferto i repentini cambiamenti climatici con disseccamenti e crolli di rami. Una fine indecorosa per un bene ambientale conosciuto e amato. “In un paese civile e virtuoso la miglior strada sarebbe stata quella della gestione e della graduale riprogettazione del viale alberato con sostituzione dei pini veramente compromessi” sostiene il Coordinamento nazionale alberi, “ma come capita di questi tempi, l’ignoranza si unisce alla dilagante fobia degli alberi che colpisce un po’ tutti. Viviamo tempi difficili in cui la professionalitĆ  di chi cura il paesaggio e i beni ambientali ĆØ totalmente calpestata”. Adesso i 70 pini giacciono ai bordi della statale 17 e sembrano tanti bisonti abbattuti, tanti ricordi cancellati per sempre.