L’ORSETTA MORENA STA PER TORNARE IN LIBERTA’

Sta per tornare in libertà  Morena (clicca) l’orsa che, abbandonata dalla madre, fu recuperata cucciola dal Pnalm lo scorso maggio, su segnalazione di due donne alle porte di Villavallelonga, diventando protagonista di una straordinaria, ma complessa, operazione del Parco nazionale d’Abruzzo, supportato dal Corpo Forestale dello Stato, al fine di nutrirla, svezzarla e farla tornare in libertà in natura. Si tratta del primo esperimento di questo tipo in Italia e, verosimilmente, anche in Europa. Il progetto sta volgendo al termine e al momento Il Parco sta lavorando alla definizione del rilascio, la fase piu’ difficile e complessa della sperimentazione per tutte le variabili in campo. Si stanno valutando attentamente siti, problematicita’ legate ad ogni zona, e fase post rilascio. Due mesi fa pesava 18 chili e cresceva, ora ha piu’ che raddoppiato il suo peso infatti pesa 40 chili. E’ un peso importante per un orso della sua eta’. “Il dott. Beecham che segue continuamente e quasi quotidianamente la vicenda da oltre oceano, ad agosto – si legge in una nota del Parco nazionale d’Abruzo Lazio e Molise – ci aveva spiegato che una delle condizioni importanti per la liberazione era proprio che Morena aumentasse notevolmente il suo peso in modo da avere risorse sufficienti per sopravvivere nel nuovo ambiente e superare l’inverno . Gli orsi hanno un istinto innato nella ricerca del cibo e nella preparazione della tana invernale, ma ovviamente Morena rispetto ai suoi coetanei parte svantaggiata e un buon peso le consente di darle delle chance in piu’.

A dare un aiuto al Parco, oltre a Beecham, un pool di esperti nazionali e internazionali, a cominciare da ISPRA con Piero Genovesi, che stanno dando il loro contributo alla risoluzione delle criticita’ che si potrebbero incontrare rispetto alla scelta del luogo, del periodo, oltre che alla condivisione di linee guida che costituiscono il punto di riferimento per le attivita’ che stiamo svolgendo e svolgeremo. Per cui – prosegue la nota dell’ente – sappiamo che il Parco in questa avventura ha potuto contare e conta sull’aiuto e l’appoggio della comunita’ scientifica internazionale. Il Pnalm ha investito molto in questo progetto e fara’ quanto piu’ possibile affinche’ Morena torni libera, riesca a sopravvivere e, nei prossimi anni, anche a dare vita ad altri orsetti; ma non possiamo negarci, come abbiamo sempre fatto in questi mesi, tutte le difficolta’ implicite nella sua liberazione. Nel momento in cui tornera’ in liberta’ Morena sara’ un orso come tutti gli altri e il Parco, a parte il monitoraggio per controllare che non interferisca con le attivita’ antropiche, non dovra’ fare altro per un orso libero in natura. I rischi possibili sono molti. A quelli che affrontano tutti i cuccioli di orso che vivono nel Parco (piu’ del 50% non sopravvive) si aggiungono le difficolta’ di un cucciolo orfano che e’ cresciuto in cattivita’: la possibilita’ che si avvicini ai paesi con tutto cio’ che ne consegue, il problema delle sicurezza sulle strade, l’incontro-scontro con dei maschi adulti. Quindi, adesso, si gioca la partita piu’ difficile per Morena. I “custodi” che in questi mesi l’hanno seguita e tutto il personale del Parco vive un momento di forte contrasto in termini di emozioni. Da una parte il progetto sta per giungere al termine e il rilascio di Morena significa il ritorno ad una vita libera, con profonda soddisfazione per tutti e dall’altra l’apprensione per il suo futuro non privo di pericoli, che potrebbero vanificare tutti gli sforzi fatti, ma siamo sicuri che tutti coloro che ci hanno seguito in questi mesi hanno compreso l’eccezionalita’ dell’esperimento e tutte le problematiche connesse per cui sapranno comprendere gli eventi”.

 

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